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Damascelli: Spalletti non è Guardiola e l'Inter non è il Real

Tutti sotto accusa nel club nerazzurro ma la società ha le colpe maggiori

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Damascelli: Spalletti non è Guardiola e l'Inter non è il Real Fonte: Ansa

Che l’Inter sia terza, quello che a occhio è il suo reale valore, e che nonostante tutto abbia ottime possibilità di centrare la qualificazione in Champions League che restava il vero e principale obiettivo stagionale, sembra contare poco o nulla. Comunque vada sarà un flop perchè il terremoto-Icardi ha spostato l’attenzione solo ed esclusivamente sulle lotte intestine, sui veleni e sulle polemiche facendo terra bruciata di tutto il resto. Salvo clamorosi ribaltoni alla fine i nerazzurri avranno rispettato le attese (anche se il distacco con le prime due si pensava dovesse essere molto meno evidente) ma tutto passerà in cavalleria per effetto del caso-Icardi.

LE COLPE – Ma di chi è la colpa di tutto questo? Se lo chiede anche Tony Damascelli che tra i due incomodi – il bomber ribelle e l’allenatore ostinato – trova un responsabile terzo, ovvero la società. La firma de Il Giornale scrive: “Spalletti riesce ad avere torto anche quando ha ragione. E la colpa è sua e non dei fantasmi, delle ombre, dei nemici che lui si inventa e presume di vedere e affrontare ogni secondo. E’ evidente che le responsabilità di questo momento critico non possano essere scaricate soltanto sull’allenatore. Così come il comportamento di Icardi non è stato certamente quello di un tesserato fedele alla causa del club, semmai alla propria immaturità infantile. Ma la società, finora, che peso ha avuto?”.

PARAGONI – Suning pensava di aver centrato il colpo grosso ingaggiando Marotta. Il super-manager sembrava davvero la figura mancante, considerata anche l’assenza fisica della proprietà cinese, ma non sempre (o almeno non subito) le ciambelle riescono col buco. L’ex dg della Juve è stato catapultato subito a dover gestire un caso spinosissimo con protagonisti che però non erano stati scelti da lui. Damascelli scrive sulla società: “Si è fatta superare sempre e comunque, ha finto di affrontare e condannare le bizzarrie di alcuni tesserati, ha accettato che un terzo, l’avvocato Nicoletti, si prestasse a conciliare la vicenda Icardi, ha permesso a Spalletti ogni tipo di dichiarazione, non ha mai avuto il coraggio di intervenire definitivamente”. Il tecnico nerazzurro nel tentativo di delegittimare Icardi e di ridimensionarne peso e valore ha detto pubblicamente che Maurito non è né Ronaldo, né Messi ma Damascelli rilancia e inchioda tutti: “Sì ma anche Spalletti non è né Guardiola, né Zidane. E l’Inter non è il Barcellona e nemmeno il Real o la Juventus”.

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