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Deborah Compagnoni e la morte di Jacopo: "Sulla neve lo sento vicino"

La campionessa di sci, Deborah Compagnoni, a un mese dalla sua scomparsa ha deciso di confidare il dolore e la sofferenza per la sua perdita. E spiega che cosa vuol dire adesso

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La sua scomparsa ha interrotto tutto, nella famiglia di Deborah Compagnoni legata da un amore profondo per quelle stesse montagne tra le quali Jacopo è morto, travolto da una valanga. E’ trascorso un mese appena, da quella notizia tragica che ha spezzato una serenità cristallizzata tra le vette che sovrastano Santa Caterina Valfurva, dove il clan Compagnoni ha deciso di continuare a seguire le attività imprenditoriali dei genitori e degli zii e che Jacopo, guida alpina, aveva scelto per vivere con la sua compagna e le sue bambine.

Deborah Compagnoni ricorda il fratello Jacopo: “Era speciale”

“Era bellissimo e speciale. Un mese fa la morte di mio fratello sembrava sospesa, irreale, adesso invece l’incredulità si è fatta concreta e dolorosa. Lo sento di più, oggi, il lutto”, ha detto Deborah Compagnoni, l’ex campionessa di sci.

E’ un tempo che è scandito dallo scorrere di un orologio che non sfuma i ricordi, ma li assembra sempre più minuziosamente senza rendere indietro Jacopo, la sua carica vitale, il suo affetto. Manca molto a Deborah e ai suoi genitori, che continuano a lavorare nell’albergo di famiglia.

Deborah Compagnoni: “Jacopo? E’ destino, ma per chi resta è straziante”

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Deborah ha affidato quel turbinio di quesiti che ora la sovrastano e che le hanno imposto di essere lì, accanto a suo padre e a sua madre:

“Darsi spiegazioni, come si fa? — si chiede Deborah —. Io credo nel destino. Quando deve accadere, accade. Mi piace pensare così perché mi aiuta a vivere meglio. Provo a essere forte, a tenere su i miei. Jacopo aveva un’energia stupenda, conosceva la montagna a menadito, non si può dire che abbia commesso alcun errore. È andata così. Certo, per chi resta, è straziante”.

Santa Caterina è un piccola comunità che l’ha cresciuta, protetta e ha imparato a gioire con lei quando lo sci è diventato la chiave di svolta della sua carriera:

“Don Giovanni, il parroco, suonava le campane per i miei successi. I trofei sono esposti in hotel, le medaglie le ho io a Treviso, i pettorali di una carriera sono in uno scatolone chissà dove, mai più aperto né con i miei figli né con i nipoti. Non mi è mai piaciuto vantarmi”.

Il ricordo di Jacopo è qualcosa che sta prendendo, con fatica, una sostanza negli spazi e nel presente di Deborah Compagnoni, legata a Alessandro Benetton e all’opportunità di cogliere le occasioni che Milano-Cortina potrà offrire. Anche per la loro comune passione per lo sci alpinismo.

Deborah Compagnoni si sbilancia sulle ragazze azzurre: Goggia, Brignone, Bassino

Intanto la valanga azzurra si avvicina a queste Olimpiadi cinesi, Pechino 2022, che sono le prime invernali in era pandemica:

“Di Sofia Goggia mi piace l’istinto, il fatto che non faccia calcoli: scende di pancia, anch’io ero un po’ fatta così. Federica Brignone ha una bella caratteristica che condividiamo: riesce sempre a riprendersi senza farsi abbattere, questione di carattere. Marta Bassino ha alti e bassi però in gigante la sua tecnica è sopraffina: bellissima da vedere. Mi piacciono perché hanno una loro umanità, non sono solo macchine da guerra”.

“In ventidue anni, da quando ho smesso, oltre agli attrezzi è cambiato tutto -sottolinea la 51enne valtellinese-. Con i social le notizie fanno il giro del mondo in un secondo, gli atleti sono personaggi”. Ai miei tempi “i social non esistevano, i telefonini neppure, c’era un unico canale, in chiaro, che trasmetteva le gare. La notizia nasceva nel momento in cui io e Alberto Tomba tagliavamo il traguardo e noi eravamo disposti a raccontarci lì, in tv, con i piedi ancora nella neve, dentro gli scarponi, non era possibile cercarci su Google. Tifavano per noi anche i non sciatori, io e Alberto ci mettevamo i risultati e la costanza: eravamo diventati una certezza, una garanzia, quasi due amici fedeli per gli appassionati”.

Mezza Italia sperava che vi fidanzaste…”Oh no, eravamo troppo diversi! Per come la concepisco io, cioè come un valore importante, quella con Alberto non è mai stata un’amicizia stretta, certo ci capivamo perché condividevamo le stesse esperienze ed emozioni. Oggi ci sentiamo per gli auguri di compleanno, un saluto a Natale, cose così”.

Deborah Compagnoni e il presente: i figli e il desiderio di amare

Oggi che ha tre figli, due dei quali studiano negli Stati Uniti, l’amore è riservato soprattutto a loro: Deborah Compagnoni ha interrotto la relazione con Alessandro Benetton, imprenditore e presidente della Fondazione Cortina 2021, dopo un lungo matrimonio. Nulla che sia stato eclatante. Come tutto ciò che ha riguardato il suo privato e quello del marito, solo indiscrezioni. Su di lui, non una parola ma il desiderio di pienezza, di autenticità in questa sofferenza straziante, seguita alla morte di Jacopo:

“Ne vedo poco in giro, nel mondo. Però sì, certo, ci credo ancora ciecamente. È la forza che mi tiene in piedi e mi fa andare avanti”.

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