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La morte di Jacopo Compagnoni, Deborah rompe il silenzio sul fratello

La campionessa olimpica di sci, Deborah Compagnoni, ha affidato a poche ma toccanti parole il ricordo di suo fratello Jacopo, scomparso a soli 40 anni

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In un day after in cui il tempo aiuta a comprendere le dinamiche di avvenimenti così drammatici, irreparabili sul versante dei fatti, Deborah Compagnoni è riuscita a ricompattare le parole e a mettere insieme, per quanto doloroso, un ritratto di suo fratello Jacopo, scomparso giovedì 16 dicembre travolto da una valanga sulle sue montagne.

Il ricordo di Deborah Compagnoni: Jacopo, un dolore straziante

“La perdita di un fratello è un dolore straziante, lo è ancora di più per un fratello speciale come era per me Jacopo. Un papà e un marito meraviglioso”, ha dichiarato all’agenzia ANSA la campionessa olimpionica Deborah Compagnoni. “Voglio ricordarlo- ha detto l’olimpionica – sempre con il suo sorriso quando rientrava soddisfatto a casa dalle sue escursioni estive o invernali, abbracciando forte le sue adorate bimbe. Sono sicura, la sua anima resterà nelle sue montagne ad aspettarmi ogni volta che sentirò la sua mancanza. Ringrazio tutti coloro che mi hanno scritto e sono vicini a me e alla mia famiglia”, ha tenuto a sottolineare la Compagnoni.

A Santa Caterina, la campionessa olimpica ha la sua casa, la sua famiglia, il loro rifugio e tra quelle montagne ha realizzato un sogno che ha regalato a tutti gli appassionati di sci e di sport.

Chi era Jacopo Compagnoni, fratello di Deborah

Jacopo, nella loro numerosa famiglia, era uno trai più attivi: guida alpina, in gioventù aveva dimostrato talento ma non tale da indurlo a dedicarsi completamente all’attività agonistica come la sorella Deborah. Aveva sì acquisito competenze e professionalità, era stato anche uno stimato maestro di sci ma poi aveva preferito concentrarsi su altro, divenendo una guida esperta e curando gli interessi delle attività del clan Compagnoni, una grande famiglia che a Santa Caterina aveva stabilito il fulcro della loro vita e delle proprie attività.

Il fratello di Deborah, che sui social aveva immortalato le proprie imprese, le sue montagne e l’amore per le vette condiviso con la più celebre dei suoi fratelli, spesso in foto con lui quando si ritrovano insieme per vivere nuove esperienze nella loro Valtellina.

Qui Jacopo aveva deciso di rimanere e di stabilirsi con la sua famiglia: aveva una compagna e due bambine piccole, che la stessa Compagnoni ha ricordato nel suo breve ritratto affidato all’ANSA.

Il ricordo di Alessandro Benetton, ex marito di Deborah

Su Instagram, a poche ore dalla tragedia, anche Alessandro Benetton, imprenditore alla guida della Fondazione Cortina 2021 e soprattutto ex marito di Deborah Compagnoni, ha tenuto a esprimere la propria sofferenza personale per la morte di Jacopo:

“Voglio ricordarti così Jacopo, scendendo dal San Matteo verso Santa Caterina. Persona speciale. Grazie per quei momenti assieme”, il suo personale omaggio a un uomo che aveva trascorso con lui anni e passioni.

L’amore di Jacopo Compagnoni per la montagna

Una sofferenza che ha segnato l’intera comunità, come ha tenuto a ribadire anche il sindaco di Santa Caterina nelle sue prime dichiarazioni subito dopo la tragedia, il luogo in cui l’amore per la montagna era cresciuto e difeso. E che lo stesso Jacopo aveva descritto così, in un video che è divenuto il suo manifesto, alla luce di quanto avvenuto nella tragica giornata del 16 dicembre:

“Sono sempre andato in montagna, mio nonno – racconta nel video – era guida alpina, mio papà anche e da piccolino mi portava quando c’era magari un posto libero, mi chiedeva e andavo insieme, da quando avevo 6 anni ho fatto quasi tutte le montagne qua, nel giro di 3 o 4 anni. Sicuramente ci vuole passione, poi visto da fuori sembra un lavoro bellissimo che non è neanche un lavoro, invece ci sono molte problematiche, siamo noi i responsabili di chi viene in montagna con noi e la priorità – sottolinea – è sempre quella, di rendere sicura e agevole la gita di un cliente, renderla anche bella perché comunque vengono con noi per divertirsi. Possono venire le persone che si avvicinano per la prima volta alla montagna sia quelle più impegnative, qualcosa per tutti c’è”.

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