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Djokovic si è operato al menisco: salta Wimbledon e punta tutto sul torneo olimpico

Il serbo ha rotto gli indugi: meglio intervenire chirurgicamente che attendere la terapia conservativa, col rischio di perdere tempo, niente Londra

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Novak Djokovic ha rotto gli indugi: ha deciso di operarsi al menisco del ginocchio destro, lesionato nel corso del match degli ottavi di finale di Parigi contro Francisco Cerundolo. Questo significa che la stagione sull’erba dell’ormai ex numero 1 del mondo è destinata ad essere cancellata all’istante: Nole ha deciso di evitare di correre il rischio di addentrarsi in una terapia conservativa che avrebbe potuto allungare sensibilmente i tempi di recupero, e pertanto ha deciso di “sacrificare” Wimbledon per puntare dritto al torneo olimpico, dove andrà a caccia di quella medaglia d’oro che sempre gli è sfuggita.

L’estate di Nole: tutti gli sforzi per Parigi 2024

L’intervento al ginocchio infortunato è stato effettuato nella mattinata in una clinica parigina. Difficile dire quanto ci vorrà prima di rivederlo in campo: probabilmente un paio di settimane gli serviranno per rimettere l’arto in condizioni di poter sostenere il peso del lavoro atletico, e a quel punto un altro paio di settimane potrebbero volerci per ritrovare il feeling con la racchetta.

Dal menisco solitamente si guarisce in tempi abbastanza rapidi: il precedente di 30 anni fa di Franco Baresi, in campo nella finale mondiale di USA ’94 a soli 23 giorni di distanza dall’intervento chirurgico al quale si sottopose a New York dopo essersi infortunato contro la Norvegia, testimonia che per dei corpi ben allenati l’attesa può rivelarsi assai limitata. Bisognerà però capire quali saranno i programmi di Djokovic, che rinunciando alla stagione sull’erba potrà tornare a lavorare direttamente sulla terra rossa, magari programmando un torneo prima dei giochi olimpici.

La rinuncia (dolorosa) a Wimbledon e le prospettive ranking

La rinuncia a Wimbledon è di per sé dolorosa, pensando al fatto che Djokovic ha appena compiuto 37 anni e che pertanto di opportunità per rimpolpare la sua già scintillante vetrina di trofei riportati dal Championship non ce ne saranno molte altre (e brucia ancora la sconfitta dell’anno passato, in finale contro Alcaraz). Ma s’è resa necessaria per provare a salvare la partecipazione alle olimpiadi, col torneo che scatterà il 29 luglio proprio sui campi dello Stade Roland Garros.

Nole avrà due settimane di tempo prima di quella data per testare la propria condizione nei 5 tornei sul rosso programmati subito dopo la fine di Wimbledon: improbabile che decida di andare a giocare ad Amburgo, unico 500 tra quelli programmati, più facile che la scelta possa ricadere su uno tra Bastad e Gstaad e, nella settimana immediatamente precedenti ai giochi, su uno tra Kitzbuhel e Umago.

Da qui a poche settimane Djokovic potrebbe scendere alla numero 3 nella classifica ATP: potrebbe accadere già lunedì prossimo se Alcaraz dovesse vincere il Roland Garros, anche se poi lo spagnolo dovrà difendere 2.500 punti tra Queen’s e Wimbledon contro i 1.200 di Nole. Che pure da metà estate in poi avrà da difendere molti punti di più, col rischio di non poter rimettere nel mirino in tempi brevi la numero 1, occupata da Sinner.

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