Le polemiche che riguardano il caso doping di Jannik Sinner non si spengono, anzi ora a riaccenderle ci pensa uno dei tennisti più influenti al mondo: Novak Djokovic. Il serbo si prepara per fare il suo debutto stagionale a Brisbane e prima del torneo australiano torna sul caso che riguarda il numero 1 al mondo con parole che faranno sicuramente discutere.
Nole si schiera con Kyrgios
A Brisbane, il serbo sarà protagonista anche del torneo di doppio proprio in coppia con Nick Kyrgios che nel corso di questi mesi è stato il principale accusatore di Sinner con innumerevoli polemiche soprattutto a mezzo social. E ora Djokovic sembra schierarsi dalla sua parte: “Viviamo in un mondo in cui tutti hanno il diritto di esprimersi soprattutto sui social. Kyrgios l’ha fatto molto bene riguardo l’intero caso di Sinner e ha ragione per quanto riguarda la trasparenza e l’incoerenza dei protocolli e dei confronti dei vari casi”.
Poi il serbo continua: “Abbiamo visto molti giocatori che sono stati sospesi per non essersi nemmeno sottoposti ai controlli antidoping o per non aver comunicato la loro reperibilità, alcuni hanno dovuto aspettare più di un anno per conoscere la risoluzione del loro caso”.
Le parole su Sinner
Djokovic è responsabile anche di un sindacato di giocatori ma in questo caso, nonostante qualche “carezza” a Sinner, le sue sono parole molto dure: “Non metto in discussione se la sostanza proibita sia stata assunta in maniera intenzionale o meno. Credo nello sport pulito e che ogni giocatore faccia il possibile per essere corretto. Conosco Jannk da quando era molto giovane. Non mi sembra il tuo di persona che farebbe una cosa del genere, ma mi sono sentito davvero frustrato come la maggior parte degli altri giocatori, nel vedere che siamo stati tenuti all’oscuro per cinque mesi da quando ha ricevuto quella notizia. Per il nostro sport non è una bella immagine”.
L’attacco che scatena i social
Le parole di Djokovic scatenano una polemica immediata sui social con i tifosi di Jannik Sinner che vanno all’attacco: “E’ stato numero uno al mondo per miliardi di settimane e ancora non conosce i regolamenti che governano lo sport che gioca. E’ previsto dalle regole che non si sapesse nulla ed è un bene che ci sia una regola che protegga la privacy delle persone prima della sentenza finale”. E ancora: “Con tutto quello che ha vinto potrebbe mantenere un’aura pazzesca volando altissimo e invece cade miseramente come un frustato qualsiasi”. E c’è chi è ancora più duro: “Finalmente si è mostrato per quello che è, se ce ne fosse ancora bisogno”.