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Djokovic, tensione verso gli Australian Open: la difesa di un ex numero 1

Novak Djokovic è pronto a lottare per riprendersi la corona degli Australian Open dopo l'esclusione del 2022, ma lo sfogo verso il manager italiano durante la finale di Adelaide tradisce il nervosismo del serbo: Mats Wilander lo difende

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Un anno fa di questi tempi Novak Djokovic era letteralmente nella bufera dopo essere stato fermato dalla polizia di frontiera a Melbourne per il noto caso delle presunte irregolarità nel suo visto d’ingresso in Australia legate al proprio status di non vaccinato contro il Coronavirus. Dodici mesi più tardi la situazione è decisamente più tranquilla, nonostante un anno tribolato che lo ha portato a perdere il primo posto nel ranking ATP il serbo ha rimpolpato la propria sterminata bacheca e si appresta a disputare gli Australian Open 2023.

Djokovic e lo sfogo virale in italiano durante la finale del torneo di Adelaide

Così mentre il Capodanno 2022 era stato segnato dalle tensioni causate proprio dalla volontà di non vaccinarsi e dalla già nota volontà delle autorità australiane di non concedere il visto d’ingresso, quello 2023 ha visto Novak soggiornare tranquillamente in Australia e anzi vivere da protagonista il torneo di Adelaide 1, vinto domenica 8 gennaio dopo il netto successo in finale su Sebastian Korda, che ai quarti di finale aveva arrestato la corsa di Jannik Sinner.

Evidentemente, però, sembra destino che l’avvicinamento del Djoker al primo Slam della stagione debba essere accompagnato dalle polemiche, così ecco il fuoriprogramma avvenuto durante la finale del 250 di Adelaide. Il riferimento è allo sfogo pronunciato addirittura in italiano da Djokovic durante una pausa del match nei confronti del proprio manager Edoardo Artaldi.

Djokovic perde le staffe ad Adelaide: la spiegazione

“Tu, vai fuori” le parole pronunciate verso il proprio angolo da Djokovic, che conosce bene, e non da oggi, la lingua italiana e che è sembrato davvero aver perso le staffe per diversi secondi, prima che lo stesso Artaldi lasciasse il campo insieme al fratello di Novak, Marko, e all’addetta alle pubbliche relazioni Elena Cappellaro. Un nervosismo dovuto di certo anche allo svolgimento della finale, ben giocata da Korda capace di vincere il primo set e anche di procurarsi un match point, prima di cedere alla classe e all’esperienza del rivale, ma forse pure al contenuto del dialogo dei componenti dell’”angolo Djokovic”, sorpresi a quanto pare da Nole ad argomentare su questioni extra-tennistiche, un peccato non di poco conto durante una finale.

La calma è presto tornata a regnare, nel discorso pronunciato al termine della partita Novak ha ridimensionato il tutto, pur consapevole che la scena sarebbe diventata virale e avrebbe fatto parlare ben di più rispetto al risultato del campo: “Mio fratello Mark è stato qui. Non lo vedo spesso, quindi, apprezzo che tu sia venuto qui, Mark. Ti voglio bene” la dedica del campione.

Australian Open, Djokovic punta al decimo titolo: il pronostico di Wilander

Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, ma è meglio non scherzare con la concentrazione di un fuoriclasse: a dispetto dei 36 anni da compiere a maggio, infatti, Djokovic è fresco del 92° titolo in carriera, vinto proprio ad Adelaide, tanti quanti Rafa Nadal e il prossimo obiettivo non può quindi che essere un altro aggancio al maiorchino, quello nella classifica dei plurivincitori di Slam. Rafa è a quota 22, Nole a 21 e l’occasione arriverà proppio in Australia, dove Djokovic andrà a caccia della decima corona.

Un’impresa resa meno difficile dall’assenza di Carlos Alcaraz e verso la quale Djokovic potrà contare sulla variabile psicologica dell’orgoglio del campione ferito lo scorso anno.

Ne è convinto Mats Wilander, ex numero 1 del mondo, oggi affermato opinionista tennistico e vincitore per tre volte degli Australian Open, secondo il quale Novak ha tutto per trionfare ancora a Melbourne.

“Non credo di aver mai visto un giocatore più affamato di vendetta di Djokovic – le parole dello svedese – Nole farà tutto ciò che è in suo potere per vincere il suo decimo titolo a Melbourne, specialmente dopo i fatti dell’anno scorso. All’epoca molte persone erano convinte che fosse giusto espellere Djokovic dal paese, altrimenti sarebbe stato visto come un privilegiato. Credo che verrà accolto bene quest’anno e credo che Novak sia il favorito per diverse ragioni, compresa la superficie, perfetta per le sue caratteristiche. L’Australian Open è un torneo che richiede un feeling speciale. Parlo per esperienza personle, dato che ho vinto tre volte lì”.

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