Meno di due mesi dopo la sconfitta rimediata in semifinale di Coppa Davis contro il Canada, futuro vincitore della competizione, il tennis italiano è arrivato ancora a un passo dalla gloria, arrendendosi agli Stati Uniti nella finale della prima edizione della United Cup, torneo che ha inaugurato il 2023 tennistico.
- L'Italia del tennis non vince, ma entra nella storia: tre alfieri nella top 20 come la Spagna
- Berrettini, Sinner e Musetti e lo scomodo paragone con le leggende del passato
- Australian Open alle porte, ma per gli italiani scatta l'allarme infortuni
L’Italia del tennis non vince, ma entra nella storia: tre alfieri nella top 20 come la Spagna
Da Malaga come da Sydney, tuttavia, gli Azzurri sono tornati a casa con ben poche recriminazioni, se non la considerazione circa la sfortuna di imbattersi nei due movimenti tennistici più forti del momento, i canadesi trascinati da un Felix Auger-Aliassime ormai maturo per grandi traguardi e quegli Usa che sembrano aver ritrovato definitivamente un gruppo di atleti di primo livello, in campo maschile come in quello femminile, magari non ancora all’altezza dei fantastici anni ’70 e ’80, durante i quali le racchette a stelle e strisce mietevano successi ovunque, ma grazie al quale poter puntare in un tempo medio breve a interrompere il digiuno di trionfi nei tornei dello Slam, che dura dal 2003, quando Andy Roddick trionfò agli US Open.
Ecco però che proprio le considerazioni di cui sopra non possono che indurre a riflessioni sulla salute del tennis italiano, mai così ricco di talenti, almeno in campo maschile, come in questi anni, ma al quale sembra sempre mancare l’ultimo sforzo necessario per trasformare un acuto in un trionfo. Comunque all’indomani del secondo posto in United Cup è arrivata una notizia storica, la prima volta assoluta in quasi 50 anni di classifiche Atp in cui l’Italia ha tre tennisti tra i primi 20 del mondo, anzi tra i primi 19.
Berrettini, Sinner e Musetti e lo scomodo paragone con le leggende del passato
Nel ranking pubblicato lunedì 9 gennaio, infatti, a una settimana dal via degli Australian Open, le novità sono significative per il movimento nostrano: Matteo Berrettini è infatti tornato ad essere il numero 1 d’italia, salendo al 14° posto della classifica mondiale e superando quindi Jannik Sinner, numero 16, ma la novità è l’ingresso di Lorenzo Musetti in top 20. Il salto del livornese al numero 19 permette all’Italia di guardare negli occhi nientemeno che la Spagna, l’unica altra nazione che può vantare un terzetto tra le prime due decine, con Carlos Alcaraz 1, Rafael Nadal 2 e Pablo Carreno Busta 15.
Migliorato, quindi, il precedente primato datato 4 ottobre 2021, con tre azzurri nella top 21 (Berrettini 7, Sinner 14 e Sonego 21), ripetuto anche dal 14 febbraio al 10 aprile 2022, sempre con il solito tris.
Insomma, a 47 anni dallo storico trionfo in Coppa Davis Adriano Panatta, Corrado Barazzutti e Paolo Bertolucci, che nell’estate ‘77 arrivarono a essere tra i primi 22 del mondo, hanno eredi di livello “certificati”, almeno sul piano dei numeri. Perché poi oltre ai computer ci sono i palmares e quelli al momento sono ancora dalla parte delle leggende del passato, dal momento che la nuova Italia la Davis non l’ha ancora vinta così come uno Slam al maschile, dal momento che l’ultimo, nonché unico, rimane quello di Panatta al Roland Garros 1976. Berrettini ha sfiorato l’impresa a Wimbledon nel 2021, Sinner non ci è ancora neppure andato vicino.
Australian Open alle porte, ma per gli italiani scatta l’allarme infortuni
Quando arriverà quel giorno? Il 2023 è appena iniziato, ma fa già tremare, visto che i moschettieri azzurri paiono essersi ammaccati subito. Matteo convive notoriamente con noie muscolari dettate anche dal suo fisico da corazziere, comunque indispensabile per stare ad altissimi livelli nel tennis moderno se non si è toccati da un talento incommensurabile come quello dei Big Three, Musetti si è ritirato in United Cup per problemi alla spalla, mentre Sinner e Sonego ad Adelaide si sono arresi a problemi all’anca e ai crampi.
La stagione è ancora lunghissima e sarà come sempre tiratissima, ma gli Australian Open sono alle porte e per i colori azzurri non ci sono certezze di poter legittimare sul campo i dati della classifica ATP. A livello di superficie Berrettini e Musetti partono avvantaggiati rispetto a Sinner, ma fatalmente per tutti la condizione non sarà eccellente. In un’edizione priva di Alcaraz le possibilità di fare strada sono tante, eppure il rischio è quello di assistere alle imprese di altri giovani terribili, da Auger-Aliassime a Holger Rune, per il momento in grado prima degli Azzurri di trasformare quanto fatto intravedere da giovanissimi in solide realtà.