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Stravolto il calciomercato: ecco le novità del nuovo regolamento UEFA

Come si passa dal Fair Play Finanziario al nuovo regolamento imposto dall'UEFA: le novità raccolte in questo documento dalla portata epocale

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Marco Pino

Marco Pino

Sport Economy Specialist

Abbina la passione per il calcio alla competenza in materia economica. Analizza il calcio in chiave business, spiegando in modo semplice gli aspetti più complessi del mondo del pallone. Aiuta i lettori di Virgilio Sport a capire tutto di plusvalenze, indici di liquidità, diritti di recompra, parametri zero, operazioni di mercato e analisi di bilanci

La UEFA ha deliberato e comunicato le linee guida per l’attuazione del “nuovo Fair Play Finanziario”.

In questa settimana il massimo organismo del calcio europeo ha deciso di andare oltre il tanto criticato e più volte discusso Fair Play Finanziario.

Un nuovo complesso di regole che rappresenta un’evoluzione del vecchio FPF e adesso cambia nome diventando il “Regolamento UEFA Licenze per Club e Sostenibilità Finanziaria”.

Una nuova dicitura che fa capire quali saranno i principali obiettivi del nuovo progetto economico finanziario della UEFA: stabilità dei club, solvibilità e costi da tenere sotto controllo.

Tre capisaldi da cui (ri)partire dopo due anni di pandemia e mancati introiti per dare stabilità al calcio e consentire una crescita sostenibile nel medio-lungo periodo.

L’introduzione del nuovo complesso di norme è stata necessaria per il bisogno di rinforzare la protezione dei creditori, avere miglior controllo dei costi, consentire investimenti finalizzati alla crescita, identificare le violazioni e intervenire con le sanzioni in caso di mancato rispetto di chiari ed inequivocabili inadempienze da parte dei club.

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Il nuovo regolamento UEFA

Sono tre i pilastri su cui si baserà il nuovo regolamento UEFA: nessun debito scaduto, controllo del football earnings e il rapporto “costo rosa/ricavi“.

Addio debiti scaduti

Il primo obiettivo del nuovo regolamento è evitare che, all’interno dei bilanci delle società di calcio partecipanti alle competizioni europee, siano iscritti debiti scaduti e pagamenti non rispettati.

Come primo punto, quindi, tutti i debiti verso squadre di calcio, dipendenti, autorità sociali/fiscali e UEFA in scadenza entro il 30 giugno, 30 settembre e 31 dicembre dovranno essere saldati dai club rispettivamente entro il 15 luglio, 15 ottobre e 15 gennaio.

Per tutelare i creditori e soprattutto il rispetto delle medesime condizioni per tutte le società la UEFA ha previsto che per i pagamenti non debbano risultare scaduti da più di 90 giorni e il rispetto dei termini sarà competenza dell’organo di controllo finanziario dell’UEFA.

Le modifiche alla regola dei pagamenti non scaduti promuoveranno la tutela dei creditori, garantiranno una migliore solvibilità e proteggeranno l’integrità della concorrenza”, spiega l’UEFA.

Il tutto, dunque, finalizzato a permettere investimenti sostenibili e meno rischiosi rispetto a quanto accaduto nel recente passato.

L’introduzione del “football earnings”

Una delle novità è quella relativa al concetto di “football earnings” che sostituisce il break-even del vecchio Fair Play Finanziario.

Un concetto più o meno simile anche a livello di deviazione tollerabile. I club, infatti, considerando i costi al netto di quelli virtuosi (investimenti in infrastrutture, giovanili, attività sociali) non dovranno determinare una perdita di più di 60 milioni in 3 anni.

Con il vecchio regolamento questa forbice permessa era di 30 milioni. Un’importante novità è legata al periodo da prendere in considerazione.

Non ci sarà più il calcolo sul triennio considerando le stagioni sportive ma piuttosto gli anni solari.

Si passa da un calcolo che prevedeva come riferimento le stagioni sportive 2022/23, 2023/24 e 2024/25 in favore di un ragionamento su base “anno solare” e quindi considerando gli anni 2022, 2023 e 2024.

Inoltre, tutte le perdite dovranno essere coperte da equity/capitale sociale e tutte le transazioni verranno rivalutate al fair value e non solo quelle tra parti correlate come accadeva in precedenza (vedi Mapei-Sassuolo o Etihad-Man City).

Il rapporto “costo rosa/ricavi”

La principale novità, però, è certamente rappresentata dal calcolo del “costo rosa” in rapporto al fatturato totale.

Le società dovranno mantenere, a regime, un rapporto tra “costo rosa” e fatturato del 70%. Ma come si calcola il costo rosa?

Per arrivare a determinare il numeratore della frazione bisognerà prendere in considerazione:

  • spesa per gli stipendi di giocatori e allenatori;
  • ammortamenti dei giocatori;
  • costi agenti non capitalizzati.

Questo parametro è stato rafforzato anche e soprattutto per calmierare l’inflazione relativa agli stipendi e l’aumentare dei prezzi dei cartellini in fase di calciomercato.

L’entrata in vigore di questo parametro sarà graduale, fino ad arrivare al 70% nella stagione 2025/2026.

Le sanzioni previste

Le sanzioni per chi non rispetterà i parametri imposti saranno molto più rigide e verranno valutate dall’Organo di controllo finanziario del club (CFCB) secondo un catalogo di sanzioni elencate nei regolamenti procedurali del CFCB.

Le società che non rispetteranno il regolamento potranno incorrere nel divieto di utilizzare alcuni giocatori nelle competizioni europee vedendosi limitata la lista, fino ad arrivare a penalizzazioni e in taluni casi all’esclusione.

Quando entrerà in vigore?

Come accennato in precedenza, il nuovo regolamento entrerà in vigore sin dal prossimo giugno, dando modo ai club di avere la possibilità di adeguarsi nel giro di 3 anni.

Queste le tempistiche permesse dall’UEFA:

  • 2022/23: la prima norma ad entrare in vigore già nella stagione 2022/23 sarà quella di non avere debiti scaduti;
  • 2023/24: nel 2023/24 entrerà in vigore anche il tetto ai costi, fissato al 90%;
  • 2024/25: il tetto ai costi verrà abbassato all’80% ed entrerà in vigore anche la norma sui “football earnings” legata agli anni 2023 e 2024;
  • 2025/26: l’implementazione del nuovo FPF sarà definitiva: tetto ai costi al 70% e norma sui ‘football earnings’ con perdita massima accettabile di 60 milioni per il triennio 2023, 2024 e 2025.

La situazione delle squadre di Serie A

Come dichiarato da Andrea Traverso, Director Financial Sustainability and Research dell’UEFA, “i club italiani avranno da lavorare di più rispetto alle squadre degli altri paesi per rientrare nei paletti delle nuove regole economico-finanziarie dell’UEFA. E lo dovranno fare da subito”.

Per presentare l’analisi delle squadre italiane rispetto ai nuovi paletti imposti dall’UEFA bisogna considerare i periodi pre e post pandemia.

Secondo l’analisi di 2Playbook, in Serie A almeno la metà dei club del massimo campionato non sarebbe in regola per quanto riguarda la regola del “squad cost” (costo rosa). Con tre squadre in una situazione a rischio sanzioni prendendo come riferimento la stagione 2018/19 e quindi un periodo pre Covid.

  • Milan – rapporto del 107%;
  • Lazio – rapporto del 86%;
  • Juventus – rapporto del 73%;

Al contrario, entro i limiti troviamo i seguenti club di Serie A:

  • Atalanta – rapporto del 48%;
  • Inter – rapporto del 68%;
  • Roma – rapporto del 68%;
  • Napoli – rapporto del 69%;

Secondo Calcio e Finanza, invece, il rapporto rispetto all’ultimo bilancio presentato (stagione 2020/2021) è il seguente ed evidenzia una situazione in netto peggioramento con una determinante influenza delle perdite legate al Covid e a fatturati in deciso calo rispetto al passato.

  • Roma – rapporto del 135%;
  • Napoli – rapporto del 114%;
  • Lazio – rapporto del 112%;
  • Inter – rapporto del 109%;
  • Juventus – rapporto del 99%;
  • Milan – rapporto del 90%;
  • Atalanta – rapporto del 47% (bilancio 31 dicembre 2020).

Come evidenziato da Traverso i club italiani dovranno intraprendere un percorso di adeguamento dei costi e aumento del fatturato sia per rispettare il nuovo regolamento presentato dall’UEFA, ma soprattutto per continuare a provare a competere con le migliori realtà calcistiche a livello europeo.

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