eSports giochi virtuali o vere e proprie discipline sportive? Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) li ha riconosciuti come attività sportive durante il vertice di Losanna, in Svizzera, lo scorso ottobre 2017. Quelle dei gamer, dunque, sarebbero a tutti gli effetti considerate prestazioni paragonabili a quelle degli atleti degli sport tradizionali. Tuttavia, i parametri per partecipare alle olimpiadi come discipline agonistiche, sono ancora in fase di chiarimento.
Gli eSports dovranno rispettare i valori olimpici e affidarsi a organizzazioni che garantiscano il rispetto delle norme stabilite dal Cio (lotta al fenomeno della manipolazione dei risultati, regolamentazione scommesse, anti-doping). Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha detto di essere contrario al riconoscimento degli sport elettronici come discipline olimpiche: “Si sta parlando da qualche tempo della possibilità di inserire gli eSports nei giochi olimpici. Reputo la cosa alla stregua di una barzelletta, gli sport olimpici sono un’altra cosa” – ha dichiarato.
Per ora gli eSports non faranno parte dei Giochi di Tokyo 2020. Tuttavia, saranno nel medagliere dei Giochi Asiatici del 2022 e anche gli organizzatori delle Olimpiadi di Parigi 2024 vorrebbero ne facessero parte.
eSports: cosa sono e come si è sviluppato il fenomeno in Italia
Possiamo chiamarli sport elettronici. L’attività, cioè, di giocare ai videogiochi a livello competitivo e professionistico. Si può giocare su pc, console fino al mobile con i cosiddetti touch eSport.
Un po’ di storia… Era il lontano 1980 quando la Atari (una società statunitense produttrice di videogiochi) organizzò negli Usa un torneo di Space Invaders che richiamò l’attenzione di oltre 10mila partecipanti. Già 10 anni dopo vennero organizzate grandi competizioni sponsorizzate, mandate in onda su canali televisivi. Nel 1997 fu istituito il primo campionato internazionale professionistico: il “Cyberathlete Professional League”.
Si sono formate così nel tempo delle vere e proprie leghe professionistiche in ogni paese del mondo con annesse squadre, alimentando un mercato fruttuoso e ricco. Il settore eSports giochi ha generato un fatturato di circa 400 milioni di dollari in tutto il mondo già nel 2015 (dati di Deloitte Global); mentre durante lo scorso anno si erano raggiunti 696 milioni di dollari.
Sì, ma di che videogame parliamo? Si gioca da soli o in squadra? I gamer si allenano come gli atleti? E poi, esistono dei veri e propri campionati? Cerchiamo di rispondere alle domande più frequenti.
Tipologie di eSport giochi e numero di giocatori
Gli eSports giochi si distinguono in ‘generi’. Tra i più comuni troviamo:
- Strategici in tempo reale (RTS): si gioca su una mappa che cambia a seconda dell’ambientazione, che può prevedere epoche differenti; il giocatore gestisce un certo numero di unità o personaggi (a volte interi eserciti) alle quali vengono affidati dei compiti, come la raccolta delle risorse (oro, legna etc.) o combattimenti. Tra le serie RTS più famose suggeriamo Warcraft e Starcraft, Command & Conquer, Age of Empires, The Settlers, ed Empire Earth.
- Multiplayer Online Battle Arena (MOBA): considerato un sottogenere dei videogiochi strategici in tempo reale, il gioco si svolge tra due squadre su una mappa chiusa. L’obbiettivo è quello di distruggere la base avversaria e proteggere la propria. Tra i più conosciuti: League of Legends, Aeon of Strife (AoS), una mappa personalizzata di StarCraft, e Defense of the Ancients (DotA), una mappa basata su AoS per Warcraft III.
- Picchiaduro (FPS): lo scopo principale è quello di battersi con i nemici in incontri di lotta di vario tipo, sia armati che a mani nude. Esistono i picchiaduro a scorrimento, dove si controlla un personaggio muovendolo verso destra, dunque scorrendo i livelli con mosse limitate (per esempio Double Dragon, Altered Beast, Final Fight, Golden Axe). Mentre i Picchiaduro a incontri prevedono, appunto, incontri di arti marziali uno contro uno, con una lunga serie di mosse che permettono di attaccare il nemico in diverse varianti (per esempio il famosissimo Street Fighter).
- Massively multiplayer online (MMO): gioco per pc multigiocatore che prevede la partecipazione di migliaia di giocatori contemporaneamente che si connettono a internet; solitamente è ambientato in un immenso mondo virtuale. Questo tipo di eSport giochi consentono ai giocatori interagire e competere con altri gamer in tutto il mondo.
Tra i videogiochi più famosi, 5 sono protagonisti sulla scena degli eSports. FIFA, forse il più conosciuto, anche tra i giocatori occasionali; LEAGUE OF LEGENDS, oltre 27 milioni di unità al giorno; DOTA 2, considerato uno dei giochi più emozionanti e soprattutto più remunerativi (se si pensa che i suoi tornei abbiano premi da oltre 10 milioni di dollari); CALL OF DUTY, una missione in cui si spara senza alcuno scrupolo (oltre 150 milioni di copie vendute dal 2003, anno del suo lancio sul mercato); HALO, serie di videogiochi di guerra, soprattutto con giocatore singolo.
Gli eSports giochi in Italia, la strada da percorrere è ancora lunga
Il fenomeno degli eSports in Italia si è sviluppato soprattutto negli ultimi anni. Solo nel 2014 è stato istituito un settore sportivo di ASI (Associazioni Sportive Sociali Italiane) riconosciuto dal CONI, dal nome “Giochi Elettronici Competitivi” (GEC) che si occupa della regolamentazione degli sport elettronici e dell’organizzazione dei tornei.
Nel 2016 nasce il Trofeo Motor Show, organizzato da ExpoTV: il gioco consiste in una prova ‘virtuale’ cronometrata sul circuito di Monza con la Ferrari F430. I vincitori di ogni tappa del torneo vincono la possibilità di pilotare veramente la Ferrari in pista. Mentre al vincitore assoluto viene regalata un’automobile. Alla fine del 2017 nasce la Federazione Italiana E-Sports – Federesports che, con l’ASC (Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI), si occupa del lancio dei videogame con finalità sportive.
Le manifestazioni più importanti, come tornei o campionati, si svolgono in arene affollate di appassionati, con piattaforme dedicate (Twitch, Steam) e la stampa a garantire la copertura degli eventi. Nel 2016 è stato organizzato un torneo nell’incubatore di startup Nana Bianca, a Firenze: “Italian Gaming League”, con un premio per il vincitore di 5mila euro.
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