È un risveglio decisamente brusco quello che ha per protagonista l’Olimpia Milano: al Forum contro il Partizan di Obradovic è una serata decisamente amara per i ragazzi di Ettore Messina, che crollano nell’ultimo quarto e incassano un 70-90 pesante nella forma e nella sostanza. Una sconfitta difficile da pronosticare (specie in queste proporzioni) a metà partita, quando l’EA7 Exchange aveva trovato il modo per chiudere avanti di tre lunghezze, riuscendo ad arginare la creatività offensiva della formazione serba. Che però nella ripresa ha cambiato marcia, soprattutto impedendo alle bocche da fuoco di Milano di entrare in ritmo.
- Ripresa da cinema del Partizan: Brown e i Jones da sballo
- Troppi infortunati: la caviglia ferma anche Mannion
Ripresa da cinema del Partizan: Brown e i Jones da sballo
Il dato che più di tutti balza all’occhio è quello dei canestri segnati in area: l’Olimpia trova la retina appena 12 volte su 26 tentativi, mentre il Partizan è una sentenza e di canestri ne trova proprio 26 (su 36 tentati). Tanto che il 7/22 dall’arco poco conta, perché la vera differenza i ragazzi di Obradovic la fanno tutta in area.
Devastanti i contributi di Sterling Brown (26 punti per l’ex Bucks e Rockets) e dei due Jones, con Carlik e Tyrique che segnano 9 canestri in area a testa (e quest’ultimo c’aggiunge pure 7 rimbalzi, mentre il primo sforna 9 assist). In tre firmano complessivamente 74 punti e al Partizan a quel punto basta l’ordinaria amministrazione, con l’ex Brandon Davies che chiude a 8 punti e l’ex Virtus Iffe Lundberg che si ferma a 6.
In generale però la difesa dell’Olimpia concede troppo nella ripresa, o semplicemente non trova mai il modo per chiudere i varchi d’entrata nel pitturato. Un problema che si evince anche dalla difficoltà a trovare il break per provare a risalire la corrente, con LeDay e Mirotic ben anestetizzati dalla difesa avversaria. Tanto che il migliore dell’EA7 alla fine è stato Bolmaro, che pure dopo due primi quarti da superstar ha progressivamente spento la luce.
Troppi infortunati: la caviglia ferma anche Mannion
Il problema maggiore, al netto del ko. che frena la rincorsa a un posto play-off diretto (le prime 6 vanno subito ai “quarti”, mentre dalla settima alla decima debbono passare per il play-in), è che il +7 di vantaggio nella differenza punti segnati negli scontri diretti dell’andata è andato a farsi benedire, con il Partizan che in caso di arrivo a pari punti sopravanzerebbe Milano.
Che pure sa di non avere molto tempo per leccarsi le ferite, anche se il primo stop del 2025 (dopo 5 vittorie) un campanello d’allarme lo fa risuonare. Già costretto a fare a meno di Nebo, Diop, Causeurs, Dimitrijevic e Flaccadori, Messina nel finale perde anche Mannion (distorsione alla caviglia), sperando che non si tratti di nulla di grave.
Ma con un’infermeria tanto piena è inevitabile andare incontro a qualche guaio più grosso: l’Olimpia deve stringere i denti, ma così rischia di andare fuori giri. E la settimana prossima la trasferta in casa dell’Efes sarà un altro esame bello tosto.