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F1, caso budget cap: spunta un nuovo retroscena sulla Red Bull

A tre mesi dalla sanzione inflitta al team di Milton Keynes per aver sforato il tetto alle spese del 2021, dal responsabile tecnico della F1 Pat Symonds arriva una notizia inedita destinata a scatenare nuovi sospetti

31-01-2023 17:38

Sono passati tre mesi dalla sentenza sul “caso budget cap”, il cui scoppio ha caratterizzato la stagione 2022 di Formula 1. Come noto, solo due scuderie sulle 10 che prendono parte al Mondiale di F1, Red Bull e Aston Martin, sono state ritenute colpevoli di aver sforato il tetto alle spese introdotto per la prima volta dalla Federazione Internazionale nel 2021 con l’obiettivo, nel lungo periodo, di favorire la concorrenza tra tutti i team e limitare il rischio di assistere a Mondiali in regime di “monopolio” da parte di una sola scuderia.

Budget cap, la Red Bull avrebbe rifiutato la ‘prova generale’

Tuttavia se l’infrazione dell’Aston Martin è stata solo di natura procedurale, venendo quindi punita con una semplice ammenda, la Red Bull è stata protagonista di uno sforamento in piena regola, seppur di “soli” 2,2 milioni, venendo punita con una multa di 7 milioni di dollari e con una riduzione del 10% del monte-ore a disposizione in galleria del vento e nelle simulazioni per lo sviluppo della vettura 2023.

Sanzione troppo morbida? Il dibattito all’interno del Circus si è aperto immediatamente dopo la pubblicazione della sentenza, ma ora del ‘Budget cap gate’ si torna a parlare non per il merito della punizione inflitta alla Red Bull, bensì per un retroscena riguardo il presunto rifiuto da parte del team di Milton Keynes ad una sorta di prova generale alla quale la FIA aveva invitato tutte le scuderie.

A svelare la notizia è stato Pat Symonds, ingegnere inglese con alle spalle una carriera di successi in team come Benetton e Williams e ora responsabile tecnico della Formula 1. In un’intervista rilasciata al sito ‘Total-Motorsport.com’ Symonds ha rivelato che la Red Bull è stata l’unica formazione a rifiutare il cosiddetto “Dry run”, di fatto una simulazione con la quale la Formula 1, proprio perché si era di fronte al primo anno nel quale il budget cap avrebbe inciso sui bilanci delle scuderie, aveva cercato di ridurre preventivamente eventuali impatti negativi proprio in termini di eventuali sforamenti: “La Red Bull ha sbagliato alcune cose, ma a tutti i team era stata data la possibilità di fare un ‘giro di prova’ – ha dichiarato Symonds – La Red Bull ha scelto di non farlo e probabilmente è per questo che ha commesso degli errori”.

Red Bull, il peso della sanzione inflitta per lo sforamento del budget cap

Di sicuro le rivelazioni di Symonds non faranno che calamitare nuovi sospetti da parte delle altre scuderie sulla Red Bull, unica formazione a rifiutare la prova e unica a non rispettare il tetto massimo alle spese per il 2021, stimato in 145 milioni di dollari. In attesa di conoscere la versione del team principal dei campioni del mondo in carica Chris Horner, lo stesso Symonds ritiene comunque che la regola sul budget cap possa essere migliorata nel segno di una maggiore trasparenza: “Sono d’accordo sul fatto che sarebbe davvero bello se sapessimo in tempo reale quali sono i numeri del budget. Forse ci arriveremo, ma non è ancora il momento”.

Quanto all’afflitività della pena, tema di fondo in ogni tipo di sanzione della giustizia sportiva, l’ingegnere inglese ritiene che le conseguenze della punizione inflitta alla Red Bull si faranno sentire eccome durante la stagione: “L’impatto complessivo sarebbe piuttosto difficile da calcolare, ma ogni 100 prove in galleria del vento che si effettuano normalmente ci si aspetta di guadagnare un paio di punti di deportanza e probabilmente più di quanto previsto dal regolamento. Quindi sì, ritengo che sentiranno il peso della sanzione”.

La Red Bull fa marcia indietro: “Budget cap? Un’ottima invenzione”

Dal fronte Red Bull, intanto, in attesa della presentazione della monoposto che dovrà partecipare al Mondiale 2023 per cercare di difendere i titoli mondiali piloti e costruttori, lo stesso Horner ha fatto il punto su come sia cambiato il lavoro all’interno del team alla luce della punizione subita: “Siamo arrivati circa al 25% per quanto concerne l’arco temporale nel quale sarà concentrata questa sanzione dato, ma abbiamo persone molto capaci che stanno cercando di ottenere il meglio possibile. È sicuramente un handicap per quest’anno, ma è anche una bella sfida.

Il team principal della Red Bull si è poi spinto ad elogiare l’adozione del budget cap da parte della FIA, anche in quanto prezioso deterrente allo spreco di pezzi di ricambio inutilizzati: “Penso che il principio sia ottimo e che abbia portato all’efficienza. Se guardo all’attività di oggi, rispetto aquattro o cinque anni fa ci saremmo ritrovati con un sacco di scorte di pezzi di ricambio nuovi di zecca che non erano mai stati utilizzati e che poi sarebbero diventati solo dei rottami. Ora non ci si può più permettere una cosa del genere”.

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