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La F1 piange Jochen Mass: ex McLaren, l'incidente fatale a Gilles Villeneuve e il ruolo di mentore di Schumacher

È morto all'età di 78 anni Jochen Mass, ex pilota di Formula Uno dal '73 all'82. Il tedesco fu coinvolto nell'incidente mortale di Gilles Villeneuve

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Filippo Rocchi

Filippo Rocchi

Giornalista

Cresciuto tra una staccata di Alonso, un dritto di Federer e un fade away di Kobe, il calcio ha la meglio. Ha seguito diverse manifestazioni sportive e non. Ama scoprire nuove storie e raccontarle.

Nel giorno della doppietta McLaren nel Gran Premio di Miami la Formula 1 piange la scomparsa di Jochen Mass: ex pilota che si è spento all’età di 78 anni. Dallo scorzo marzo non stava bene e aveva interrotto ogni uscita pubblica. Per lui un decennio nel circus dal 1973 fino all’82 con le scuderie Surtees, McLaren, ATS, Arrows e March. Una vittoria in carriera in F1 proprio con la McLaren ma anche la ciliegina della 24 ore di LeMans.

Ha corso con i migliori di quell’epoca d’oro da James Hunt a Niki Lauda. Resta tristemente legato all’incidente mortale che costò la vita a Zolder a Gilles Villeneuve che decollò proprio sulla March di Mass. E’ stato anche coach e mentore di un giovane Michael Schumacher.

Mass, dall’incidente di Villeneuve al miracolo in Francia

Il primo, e il più tristemente famoso, è quello che ha portato alla morte di Gilles Villeneuve nel circuito di Zolder. I due furono anche compagni di squadra per un breve periodo alla McLaren. Il pilota canadese, a bordo della Ferrari, in una delle curve più lente del circuito, toccò il posteriore destro della March di Mass. Durante le qualifiche, il tedesco voleva farlo passare a sinistra e si spostò a destra, ma entrambi andarono nella stessa direzione. La monoposto di Villeneuve volò in aria e atterrò dopo due loop completi sbalzando il pilota fuori dall’auto. Mass fermò immediatamente la macchina per verificare le sue condizioni, ma il pilota morì poco dopo in ospedale.

Sei gare dopo il terribile incidente di Villeneuve, lo stesso Mass venne coinvolto in un altro pericolosissimo incidente nel Gran Premio di Francia. Stavolta la monoposto che prese il volo fu la sua, dopo un contatto con l’italiano Mauro Baldi. Il tedesco ne uscì illeso per miracolo. Due incidenti che inevitabilmente hanno segnato il pilota che alla fine di quella stagione decise di ritirarsi dalla Formula Uno.

Le Mans e quella telefonata a Schumacher sulla Ferrari

Ma non lasciò le corse, passò alla categoria endurance con le Sport. Per undici anni guida le Porsche, per poi passare alla Sauber-Mercedes, macchina con la quale nell’89 vinse la 24 Ore di Le Mans all’età di 43 anni. Nel suo ultimo anno con la casa automobilistica, venne tenuto in squadra anche per fare da chioccia a un nuovo giovane talento tedesco. Si chiamava Michael Schumacher e in Messico nel ’90 vincerà la sua prima e unica gara con le Sport, insieme a Mass.

Un evento che viene visto ancora oggi come un passaggio del testimone tra tedeschi. Schumi poi approderà in Formula Uno e tornerà a far risuonare l’inno tedesco sul gradino più alto del podio nel 1992 per la prima volta proprio dopo l’unica vittoria di un Gp di Mass (Spagna ’75). Divenne il suo mentore e negli anni a seguire rimasero in costante contatto, tanto che Schumacher chiese a lui un consiglio su quale scuderia scegliere dopo la Benetton. Con una telefonata, Mass lo indirizzò verso la Ferrari e così iniziò forse quello che è stato il miglior periodo della storia della Rossa.

La famiglia Mass: “Celebriamo la sua incredibile vita”

A darne l’annuncio delle morte, è stata la famiglia con un messaggio sui social: “Oggi piangiamo la perdita di un marito, padre, nonno e leggenda delle corse. È con dolore che condividiamo la notizia della morte di Jochen Mass a causa di complicazioni dovute a un ictus che lo aveva colpito a febbraio, all’inizio di quest’anno”.

La famiglia ha poi ringraziato le persone vicine e chi ha dimostrato vicinanza in questo periodo difficile per Jochen Mass: “Grazie a tutti per l’incredibile sostegno che abbiamo ricevuto. Ogni singolo messaggio di positività è stato trasmesso a lui, dandogli pace e conforto nei suoi ultimi giorni. Oltre a piangere la sua morte, celebriamo anche la sua vita, che è stata incredibile. Una vita che amava condividere con tutti i suoi fan. Una vita che ha vissuto al massimo. Ora Jochen sta correndo di nuovo con tutti i suoi amici”.

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