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F1, papà Jos svela i segreti di Max Verstappen

L'iridato Red Bull visto da papà: "Ci saremmo accontentati di vincere un GP, ha ancora margine di crescita. Il segreto? Adattarsi subito alle condizioni della macchina e della pista".

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F1, papà Jos svela i segreti di Max Verstappen Fonte: Getty Images

Montreal 2023, Max Verstappen dice 41: Ayrton Senna è raggiunto e questo traguardo statistico è l’occasione per papà Jos di fare il primo bilancio della carriera del suo bicampione a ‘La Gazzetta dello Sport’: “All’inizio ci saremmo accontentati di vincere una corsa, poi negli ultimi anni tutto è stato così veloce.. Ha una buona macchina e sta vincendo tanto, come era riuscito a fare in precedenza Lewis Hamilton. Ha vinto 41 volte come Ayrton, non significa certo che lo valga, ma è speciale e per me motivo di orgoglio e gioia assistere ai suoi successi in pista; non ha in mente numeri, o primati, ma vuole solo correre, e sa che potrà ancora vincere, se la vettura glielo permetterà”.

Ci sono tratti dell’adolescente ‘terribile’ nel protagonista della cavalcata attuale: “E’ migliorato in tutto, grazie all’esperienza; non è il bambino che debuttò in F1, ha una guida più naturale. Può ancora migliorare, ha la capacità incredibile di adattarsi alle condizioni della macchina e della pista, dopo uno o due giri è in grado di ‘fare il tempo’. Anche da piccolo aveva la sensibilità con le gomme: ha imparato sul bagnato allora, quando andavamo dopo la scuola a Genk. Quando corre, ci sentiamo un’ora prima della partenza: sapere come sta e che strategia adotterà, mi rilassa; lo stesso vale quando sono io a gareggiare con i rally. La vittoria preferita? Quando ha battuto Hamilton ad Abu Dhabi, il sorpasso nel giro conclusivo era tutt’altro che scontato nonostante le gomme nuove, ha attaccato Lewis dove non se lo sarebbe aspettato”.

Ci sono stati abboccamenti con altre Scuderie, come è noto: “Incontrammo Toto a casa sua, in quel di Vienna; non credo lo avesse seguito molto nei kart, altrimenti avrebbe saputo quando fosse speciale e lo avrebbe messo sotto contratto al volo, nonostante la Mercedes non avesse un programma junior: incontrammo invece Marko nel 2014, a Hockenheim, in 20′ ci mettemmo d’accordo per un sedile in Toro Rosso nel 2015. La Ferrari chiamò il primo anno in F1: adesso non ha senso cambiare, ma so che, se circondato da persone giuste, farebbe ovunque la differenza”.

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