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F1, Verstappen non accontentato: da Red Bull arriva un "no" assoluto al suo campione

Niente Red Bull Formula Nürburgring per il campione del mondo. Per Marko, conoscendo il pilota, “sarebbe troppo pericoloso”

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A cosa si deve rinunciare per essere uno dei piloti meglio pagati nel circuito della Formula 1? Una risposta che ben conosce Max Verstappen, a cui la Red Bull impone spesso dei secchi “no” in nome della sua integrità fisica. D’altra parte, basta poco per compromettere un’intera stagione.

Il contratto di Verstappen con la Red Bull

La Red Bull ha 40 milioni di ragioni per controllare i rischi che corre il suo pilota fuori dalla pista. A tanto ammonta il compenso a stagione previsto dall’accordo che lega Max Verstappen alla Red Bull per tre anni a partire dal 2024, con l’opzione per altre due stagioni nel corso delle quali il compenso aumenterebbe di 10 milioni di euro, salendo così a 50 milioni.

Il precedente no all’Honda Thanks Day

Il primo no a Vestappen è arrivato in occasione dell’Honda Thanks Day, che tradizionalmente di svolge ogni anno sul circuito di Motegi. Per lui niente giro in pista in sella a una MotoGP. “Non me lo lasciano fare” aveva detto a Marc Marquez. L’unico ‘brivido’ concesso al pilota olandese era stato quello di provare la posizione di guida in sella a moto ferma all’interno del box.

Il nuovo no al ‘Red Bull Formula Nürburgring’

Sempre nell’ottica di limitare inutili rischi, Red Bull ha vietato al campione del mondo in carica di partecipare all’evento da lei organizzato il 9 e 10 settembre sul circuito di Nordschleife (Germania). Nel corso della ‘Red Bull Formula Nürburgring’ Sebastian Vettel e Daniel Ricciardo gireranno sulla Red Bull RB7, vettura cara al pilota tedesco avendovi vinto il titolo nel 2011. Vettura che per l’occasione sarà alimentata con biocarburante ed equipaggiata con gomme ‘demo’. Ma a Verstappen non è bastato neanche questo per ottenere il sì della squadra. La causa? L’ha spiegata Helmut Marko ad ‘Auto Motor und Sport’. “Conosciamo bene come è fatto Max – ha detto il dirigente della Red Bull – avrebbe sicuramente controllato quale fosse il record della pista e avrebbe cercato di batterlo non accontentandosi di scendere di un secondo sotto il record della pista. Queste macchine non sono fatte per spingere. Sarebbe stato troppo pericoloso”.

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