Il calcio italiano si interroga. A distanza di pochi mesi dalla vittoria dell’Europeo, l’Italia finisce ancora una volta sotto giudizio. La delusione per la mancata qualificazione diretta ai Mondiali del Qatar è fortissima. Dopo il successo agli Europei, i tifosi italiani si aspettavano una passerella verso i Mondiali ma non è stato così. Anche contro l’Irlanda del Nord, la nazionale di Mancini ha dimostrato che in attacco mancano i giocatori capaci di finalizzare la mole di gioco.
Italia: assenti e caccia ai colpevoli
Sui social è già cominciata la caccia ai colpevoli. Non solo Roberto Mancini e i giocatori della nazionale azzurra, ma anche tutto il movimento viene messo nel mirino. Il giornalista Maurizio Pistocchi dà la colpa ai club di serie A pubblicando una classifica marcatori che nelle prime posizioni vede solo la presenza di Ciro Immobile, Mattia Destro e Domenico Berardi, poi per il resto spazio agli stranieri.
Il tema dei troppi stranieri è sempre molto presente, soprattutto quando arrivano delusioni come quella di ieri sera: “Io penso che il calcio sia lo specchio del paese – dice Francesco – Siamo sempre delle cicale.- Sconcerti oggi scrive che le società comprano stranieri perché costano meno. Ma non se ne domanda il motivo. Bisogna cambiare molto e per farlo bisogna lavorare e dare spazio al merito”. Anche Piero la pensa allo stesso modo: “Oltre a Immobile i più bravi marcatori sono stranieri. Il problema esiste e andrebbe ridotto, se non proprio eliminato, con coraggio e dando fiducia a molti giovani attaccanti italiani. Oltretutto le società di calcio risanerebbero i loro deficitari bilanci”.
Ma ci sono anche tifosi che accusano le scelte di Mancini: “Il centravanti italiano più forte è Scamacca. Il potenziale che ha questo giocatore lo fa essere quattro spanne sopra tutti, il problema è che non gioco”. Mentre c’è chi dà la colpa a un semplice ricambio generazionale: “Vent’anni fa c’erano Vieri, Totti, Del Piero, Inzaghi e tanti altri, oggi l’Italia si trova con Belotti e Scamacca in attacco. E’ un problema di generazione. L’Europeo vinto da Mancini è proprio un miracolo”.