Non si lascia certo intimidire, Federica Pellegrini nonostante anche la sua positività al coronavirus e la sua misura della malattia, il Covid-19, abbia destato quasi unanime solidarietà e affetto. Al nono giorno, la campionessa olimpica, la nuotatrice inimitabile ed irraggiungibile, capace di infrangere ogni record, superare l’ansia e gli attacchi di panico ha mostrato qualche cedimento emotivo per via della sorte avversa. Quella che ha voluto che sua madre Cinzia fosse lì, da lei, quando è scattato l’isolamento domiciliare dovuto al tampone positivo di Federica. La madre della campionessa era arrivata a Verona per accudire i due bulldog della Pellegrini, Rocky e Vanessa.
Federica Pellegrini, nono giorno di quarantena
Su Instagram, Federica confida le sensazioni positive dopo le lacrime e i primi giorni di spossatezza: “Buongiorno ragazzi, siamo al nono giorno di quarantena. Sta ormai scadendo il termine. Io sono super ansiosa, devo dir la verità”.
Il prossimo tampone, infatti, è programmato per lunedì prossimo e darà a Federica Pellegrini la prima risposta sul superamento o meno del Covid. “Spero vivamente che non ci siano altre positività, per ora va bene così. I sintomi sono buoni, cioè non ci sono. Ho un po’ di raffreddore, ma penso sia un normale strascico. E ho appena finito la doccia e ora vado ad asciugarmi i capelli…che paura!”, le sue parole.
La difesa della Pellegrini dopo le accuse
Non ha aggiunto altro, la Pellegrini che ha speso già molto di questo spazio e parte dell’intervista rilasciata al Corriere della Sera per precisare le condizioni in cui ha accompagnato sua madre a effettuare il tampone, dopo aver accusato i primi sintomi.
Ad alcuni followers che avevano criticato il fatto che Federica avesse accompagnato la mamma a effettuare il tampone, ha replicato ribadendo che aveva un accordo e una autorizzazione da parte della dottoressa dell’USL, versione confermata anche dalla azienda.
Per dirla con le parole della Pellegrini: “Mamma non è di Verona, non conosce la città, non c’era nessun altro che potesse portarla. Dovevamo chiamare un tassista, con il rischio di contagiarlo? Siamo scese in garage, siamo andate e tornate”.
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