“Non c’è tema di protesta”. Federica Pellegrini, ex fuoriclasse del nuoto e oggi membro del Cio, prende posizione sul caso Khelif, spiegando come non ci fossero motivi per impedire alla pugile intersex di combattere nel torneo femminile di boxe di Parigi 2024. La Pellegrini, però, assolve Angela Carini dal ritiro: per lei l’italiana è stata “costretta a gareggiare nel caos”.
- Parigi 2024, Pellegrini si schiera con Khelif
- Parigi 2024, Pellegrini e la differenza tra atleti trans e intersex
- Parigi 2024, Pellegrini e la telefonata ad Angela Carini
Parigi 2024, Pellegrini si schiera con Khelif
Per Federica Pellegrini c’è poco da discutere: Imane Khelif è una donna, i suoi parametri relativi al testosterone rientrano nei limiti fissati dal Cio e dunque può combattere nel torneo femminile di boxe delle Olimpiadi di Parigi 2024. “È un tema ultradelicato – premette nell’intervista a La Stampa l’ex fuoriclasse del nuoto, oggi membro del Cio – L’algerina è nata con un tasso di testosterone più alto della media ed è come le persone che hanno un ematocrito alto di natura, magari sfiorano il doping e allora l’unica regola possibile resta che quando rientrano nei parametri fissati dalla scienza possono competere”.
Parigi 2024, Pellegrini e la differenza tra atleti trans e intersex
Secondo la medaglia d’oro a Pechino 2008, è importante sottolineare come la Khelif non sia un’atleta transgender, alla cui partecipazione a gare femminili la Pellegrini si dice contraria, ma intersex: ovvero nata donna, ma affetta da iperandrogenismo e quindi da una produzione più alta della norma di ormoni maschili. “Io sono inclusiva sempre e a prescindere – ha continuato la Pellegrini -, nello sport però esiste la fisiologia, ovvero il come ci presentiamo non il come siamo o come ci sentiamo ed esistono delle regole. Siamo tutti socialmente aperti e io sono felice se una persona trans decide di cambiare genere perché significa che ha trovato il proprio benessere, ma poi non credo che sia lecito vedere chi decide per una transizione da uomo o donna rientrare nella categoria sportiva femminile. I tempi di un effettivo cambio ormonale e di forza e di potenza sono troppo lunghi e non sono compatibili con la competizione. Per tropo tempo non ci sarebbe equità, ma Khelif non appartiene a questa categoria, ha sempre gareggiato. Non c’è tema di protesta“.
Parigi 2024, Pellegrini e la telefonata ad Angela Carini
Pellegrini rivela di aver anche telefonato prima della gara con la Khelif ad Angela Carini, la pugile italiana che s’è ritirata dopo pochi secondi nel combattimento contro l’algerina, dopo aver preso un pugno in faccia. “Le ho parlato la sera prima del combattimento – ha svelato la Pellegrini -. Le ho detto: ‘Mi spiace tu sia costretta a gareggiare nel caos‘. Lei era motivata, ripeteva ‘sono pronta, ce la metto tutta”.
Secondo l’ex nuotatrice, la Carini ha pagato un clima costruito per creare un caso attorno alla Khelif. “(Carini) è un’atleta, reagisce in questa modalità – ha continuato la Pellegrini -, ma Angela non poteva essere serena, non era nelle condizioni per concentrarsi sulla sua boxe. Così come l’avversaria, che si è ritrovata definita in qualsiasi modo. La caccia alle streghe non si sopporta e mi fa vomitare”.
“Il pugno molto forte della Khelif? “Esistono le caratteristiche di base, ci sono tanti avversari ingiocabili, almeno in un dato momento”, ha detto la Pellegrini. “Detto ciò ognuno ha diritto di decidere quale è il limite per sé e l’azzurra non è da criticare perché si è ritirata”.