Robert Kubica ha vissuto diverse vite dal punto di vista del motorsport, seguendo un periplo che dalle piste lo ha portato ai rally e di nuovo alle piste. Il pilota polacco è conosciuto al pubblico generalista per la sua carriera in F1, ripresa brevemente negli ultimi anni: ma il suo presente è nel WEC, il Mondiale Endurance dove è approdato nel 2021 e dove si appresta ad affrontare la stagione 2024 con la Ferrari.
- Ferrari e Kubica, finalmente il connubio si realizza nel WEC
- "In passato ho cercato la Ferrari molte volte, correre con le rosse è qualcosa di diverso"
- Le opportunità mancate tra Ferrari e Kubica e la svolta infausta dell'incidente del 2011
- Kubica ammette: "Non punto al WEC, ma alla 24 Ore di Le Mans sì. Ho dei conti in sospeso"
- "La 24 di Le Mans equivale a 14-15 GP di fila"
- "Mi sarebbe piaciuto rimanere in F1. Non mi sono mai arreso"
Ferrari e Kubica, finalmente il connubio si realizza nel WEC
Il 38enne, già campione 2023 nella categoria LMP2 con l’Oreca 07 del Team WRT, nella stagione corrente che si aprirà nel fine settimana del 2 marzo con la 1812 km del Qatar correrà infatti sulla 499P Hypercar schierata e gestita da AF Corse. Con lui Robert Shwartzman, già F2 e campione F3 nel 2019, e Yifei Ye.
È la terza Ferrari 499P che vedremo in gara nella stagione 2024 nel WEC, e sebbene rispetto alle altre due ufficiali non concorrerà per la classifica Costruttori, per Robert Kubica questa opportunità con il Cavallino rappresenta l’ideale chiusura di un cerchio che sa di riscatto dopo un’occasione mancata.
“In passato ho cercato la Ferrari molte volte, correre con le rosse è qualcosa di diverso”
In una intervista concessa oggi alla Gazzetta dello Sport il polacco infatti ha ammesso il suo desiderio di correre con la rossa già ai tempi della F1, in particolare nella prima parte della sua avventura tra il 2006 e il 2010 (il ritorno sulle piste avverrà ufficialmente nel 2019, ma come abbiamo detto è stata una breve parentesi).
Al microfono di Luigi Perna Kubica ha spiegato di aver cercato in passato la Ferrari “molte volte”. Sebbene le LMH, “pur essendo una categoria di alto livello, non sono come la F1”, guidare una vettura di Maranello per lui rappresenta “qualcosa di diverso rispetto a correre con altri marchi”.
Poi ha aggiunto:
“Da pilota di Formula 1 avevo due obiettivi: vincere il Mondiale e salire sulla rossa. Non è accaduto perché la vita mi ha servito un altro scenario. E confesso che era rimasta una ferita aperta. Adesso questa opportunità è una grande sfida”.
Le opportunità mancate tra Ferrari e Kubica e la svolta infausta dell’incidente del 2011
Kubica si riferisce ad uno dei più importanti What If…? della sua carriera. Nel 2009 l’incidente che mise ko Felipe Massa sembrava aver aperto le porte al polacco per potersi accomodare sulla monoposto rossa, ma alla fine il pilota dovette rimanere, obtorto collo, con BMW sino alla fine della stagione. Kubica e Ferrari sembravano nuovamente destinati ad incontrarsi nella stagione 2012, con un accordo praticamente definito per disputare la stagione di F1 con il Cavallino, affiancando Fernando Alonso.
E invece l’incidente del 6 febbraio 2011 alla Ronde di Andora, ironia della sorte l’ultimo rally che avrebbe svolto il polacco in modo da potersi concentrare sull’impegno dell’anno dopo sulle piste di F1 con Ferrari, stravolse i piani dei protagonisti di questa storia. Il pilota, dopo aver rischiato seriamente di perdere l’uso del braccio, ha dovuto sottoporsi ad una lunga riabilitazione, e intanto il treno della stazione di Maranello ha iniziato a muoversi inevitabilmente senza di lui.
Il resto è storia, sino alla tanto attesa celebrazione del matrimonio tra Kubica e Ferrari, sebbene in un’altra disciplina motoristica. “Avrò la grande opportunità di guidare un prototipo del Cavallino Rampante: un’emozione bella, direi unica”, aveva dichiarato il polacco una volta ufficializzato l’impegno. “Sono orgoglioso di essere entrato nella squadra AF Corse e di essere al volante di una Ferrari”.
Kubica ammette: “Non punto al WEC, ma alla 24 Ore di Le Mans sì. Ho dei conti in sospeso”
Tornando alla recente intervista concessa alla Gazzetta, Kubica ha spiegato di aver scelto la scuderia piacentina perché “convinto di poter puntare in alto a Le Mans” rispetto al Mondiale Endurance, dove invece necessiterà di “qualche gara di rodaggio”.
Ma nell’iconica gara di durata vinta proprio da Ferrari nella classe regina lo scorso anno il pilota vuole giocarsela: “Sono già arrivato due volte secondo nella LMP2, perdendo la vittoria nel 2021 per un guasto alla vettura nell’ultimo giro, quindi ho qualche conto in sospeso con Le Mans. Il podio sarebbe un grande risultato per il team, anche se quando arrivi lì conta il primo gradino”.
“La 24 di Le Mans equivale a 14-15 GP di fila”
Kubica ha poi toccato l’argomento F1, confutando la tesi secondo cui ormai i piloti non siano decisivi né facciano la differenza rispetto alle vetture e all’ingegneria, e confrontandola con l’Endurance. “Anche cinque centesimi di secondo possono rappresentare tanto. Oggi il livello si è alzato. C’è chi pensa che nelle gare Endurance basti essere accorti e arrivare in fondo per salire sul podio, ma non è così. Sono diventate gare sprint in cui si spinge dall’inizio alla fine, calcolando i rischi. La 24 Ore di Le Mans equivale a 14-15 GP di fila. Una sfida enorme e affascinante per piloti, team e meccanici. A me ha fatto riscoprire emozioni che non provavo da tempo”.
“Mi sarebbe piaciuto rimanere in F1. Non mi sono mai arreso”
Infine, il polacco ha parlato della sua parabola (per ora conclusasi) in F1, con le ultime uscite a bordo dell’Alfa Romeo nelle prove libere di Abu Dhabi nel 2022. “Non pensavo che sarebbe stata l’ultima volta – ha affermato -. Ma la Orlen non aveva trovato l’accordo con Sauber per proseguire. Volevo restare in F1 per guidare, anche solo nei test, non per fare la mascotte nel paddock. Perciò sono felice dove sono ora”.
Di una cosa è certo Kubica: alla veneranda età di 39 anni (che compirà il prossimo dicembre) ciò che lo spinge ancora è “la passione per questo sport”. E quindi, “c’è il rischio che vada avanti ancora parecchi anni”.
“Le limitazioni fisiche che ho avuto dopo l’incidente, e che avrò per tutta la vita, rendevano complicato tornare a correre su una F1. La gente era prevenuta”, ha concluso. “Ma non mi sono arreso. Nel 2020, quando ho guidato l’Alfa nei test di Barcellona, ho avuto la conferma che con una vettura migliore sarei potuto restare in F1 da titolare per molte stagioni”.