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Ferrari, Ricciardo: quando il pilota va in bianco e non in rosso

La storia recente, da Senna a Hamilton è piena di piloti accostati alla Ferrari senza esito

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Ferrari, Ricciardo: quando il pilota va in bianco e non in rosso Fonte: Ansa

Daniel Ricciardo al fianco di Charles Leclerc nel 2021. Forse solo voci di paddock, peraltro virtuali visto il “fermo” degli ultimi mesi di F1. L’australiano era, a detta di radiobox, in lizza con Carlos Sainz jr per prendere il posto di Vettel in Ferrari. Al di là del peso specifico della sua candidatura alla guida della rossa, Ricciardo si va ad aggiungere, per forza di cose, al novero dei piloti accostati a vestirsi di rosso ma che poi sono finiti in bianco.

Il più illustre, andando indietro con gli anni, è sicuramente Ayrton Senna. Recentemente ne ha parlato proprio Luca Cordero di Montezemolo ma la storia della F1, della Ferrari e del compianto brasiliano, sono pieni di occasioni alla sliding doors in cui le due parti sono state più o meno vicine senza mai mettere nero su bianco.

Da un pluricampione del mondo all’altro, anche qui una piacevole abitudine. periodicamente, accostare il nome di Lewis Hamilton al Cavallino Rampante. Almeno una volta all’anno da diverse stagioni. Anche nei mesi scorsi, al posto di Vettel. Così come l’anno prima ma soprattutto un paio di stagioni fa. Spesso Lewis e il suo entourage sono stati visti dalle parti di Maranello ma poi le contingenze, due nomi importanti, prima Alonso poi Vettel, hanno impedito il matrimonio con l’inglese.

La lista è però lunga. Recentemente David Coulthard è tornato a parlare del suo “rifiuto” alla proposta della Ferrari. Al Daily Mail, l’ex pilota scozzese ha detto: “Mi era stato offerto un contratto per correre con la Ferrari, nel 1996. Alla fine mi sono sentito più a mio agio con i team britannici. Non voglio essere irrispettoso o nazionalista, semplicemente non penso che mi sarei adattato“. Era l’anno della grande rivoluzione in casa Ferrari, era arrivato Todt, sarebbero arrivati Ross Brown, Rory Byrne e soprattutto Michael Schumacher. L’altro pilota fu poi Eddie Irvine che sfiorò il titolo nel ’99 quandò Schumi si infortunò a Silverstone.

Tra i “ferraristi mancati” cronici c’è poi da nominare Nico Hulkenberg. Uno dei piloti più sottovalutati nel circus della F1, capace sempre di tirare il meglio dalla monoposto, solido e veloce al tempo stesso ma che non ha mai avuto la chance con la “C” maiuscola. Il suo nome è stato spesso avvicinato a quello della Ferrari ma, nonostante i ripetuti contatti, l’arrivo a Maranello non si è mai concretizzato. L’ex pilota di Williams, Sauber e Force India era in pole per affiancare Alonso nel 2014 ma sul più bello Dominicali, allora team principal, richiamò Kimi Raikkonen.

Sempre all’epoca, nel 2014 per la stagione 2015, ha confessato, in queste ore, di aver parlato con Ferrari il venezuelano Pastor Maldonado che in carriera ha vinto una sola gara, a Barcellona, proprio davanti alla Ferrari di Alonso. “Ho parlato a lungo con la Ferrari, ma in quel periodo c’è stato un grande cambiato a Maranello – ha dichiarato Pastor – Montezemolo e Domenicali hanno lasciato la squadra (arrivarono Marchionne e Arrivabene) e con i nuovi capi ogni discorso si è interrotto. E’ stato un peccato”.

Nel 2013 invece fu Mark Webber a sfiorare la tuta rossa. Webber avrebbe dovuto prendere il posto di Felipe Massa al fianco di Fernando Alonso. Ma anche qui non se ne fece nulla. “La situazione non è stata facilitata neppure dal fatto che l’ex Presidente Luca Cordero di Montezemolo, non era in buoni rapporti con il mio manager Flavio Briatore” ebbe poi a dire il pilota australiano.

Aveva addirittura firmato un precontratto con la Ferrari, facendo parte della Ferrari Drivers Academy, Sergio Perez. Nel 2012 fece grandi cose con la Sauber motorizzata proprio dal cavallino rampante. Lo stesso messicano confesserà di aver ricevuto la proposta da Dominicali di “correre in Sauber un altro anno e approdare in Ferrari nel 2014”. Ma Perez scalpitava di correre in un top team, arrivò la McLaren e lui accettò. Salvo poi trovare un team in crisi tecnica ed economica.

Tra i “ferraristi della prima ora” anche Romain Grosjean, sia negli anni d’oro della Lotus che nel suo primo anno alla Haas motorizzata Ferrari. Ed ora anche Daniel Ricciardo.

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