La prestazione di Rosario Abisso, arbitro della sezione di Palermo, in Fiorentina-Inter dimostra ancora una volta che la VAR è sì uno strumento straordinario per evitare ingiustizie in campo, ma che può non bastare se il direttore di gara non è in giornata. Al Franchi Abisso si rende protagonista di svariati errori, clamoroso quello del rigore finale concesso per fallo di mani di D’Ambrosio.
TRIPLO ERRORE. Nell’azione Abisso commette un doppio, anzi triplo, errore. In primis non vede un probabile fallo di Chiesa sul difensore nerazzurro, lasciando proseguire il gioco. Poi, sul cross del fiorentino fischia rigore per un tocco di mano che già live appare non esserci. Infine richiamato da Michael Fabbri, arbitro VAR che interviene perché il collega sta effettuando un “chiaro ed evidente errore”, Abisso va al monitor e dopo parecchi minuti decide di non tornare sulla sua decisione. Probabilmente si fa ingannare dal movimento del braccio di D’Ambrosio, ma trascura il fatto che la sfera tocchi prima il petto del nerazzurro. E non essendo certo di ciò che vede al replay sullo schermo, sceglie di non cambiare scelta. Sbagliando.
QUANTE SVISTE. L’errore finale, come detto, non è l’unico. E dire che Abisso non aveva iniziato male, convalidando il gol in apertura della Fiorentina dopo la dubbia posizione di Chiesa, autore poi dell’assist per l’autorete di De Vrij. Poi la prestazione dell’arbitro comincia a peggiorare. Sul pareggio di Vecino, Abisso impiega più di tre minuti per convalidare la rete. Mentre nella ripresa, ha bisogno del VAR per assegnare il rigore a favore dell’Inter per il tocco di mano piuttosto evidente da parte di Edimilson Fernandes. Ancora: Abisso viene salvato dal VAR anche sul gol annullato a Biraghi per fallo di Muriel su D’Ambrosio, un contatto nettissimo che l’arbitro non aveva visto. Poi la frittata nei minuti di recupero: per Abisso, meglio dimenticare il Franchi.