Non è certo un personaggio che passa inosservato, quello che è stato definito il miglior talento russo in circolazione. Aleksandr Kokorin, attaccante classe 1991, arriva alla Fiorentina quasi inaspettatamente dopo che l’ipotesi di vederlo con la maglia viola era stata ridimensionata se non esclusa da Daniele Pradè, ds della società toscana.
Le caratteristiche tecniche dell’attaccante Kokorin
Invece, come spesso e volentieri avviene nel calciomercato, proprio una smentita netta di un mese prima può tramutarsi in un contratto. Kokorin arriva per 5 milioni di euro a Firenze dallo Spartak Mosca ad affiancare in attacco il buon Vlahovic senza problemi. Può giocare infatti sia come punta centrale sia come supporto. Tocca a Cesare Prandelli, il tecnico subentrato in corsa, inquadrare questo ex bad boy che sul suo account Instagram oltre a foto di rasserenante vita familiare esibisce scatti con armi e in pose spavalde.
Il carattere irrequieto di Kokorin
Carattere fumantino, nel 2018 quando era allo Zenit San Pietroburgo è finito in carcere per aver aggredito un funzionario russo all’interno di un bar assieme a Pavel Mamaev suo amico e compagno di Nazionale con cui ha condiviso diverse peripezie e serate. Un anno che ha scontato e che lo ha visto tirare solo sul campetto russo con gli altri detenuti. Insomma, non proprio un’esperienza consueta per un calciatore.
Ma con l’amico di sempre non era la prima sfida, la prima prova da ribelle senza una ragione che Kokorin aveva dato: due anni prima era stato beccato in discoteca con il fido compare, prima dell’eliminazione della Russia dagli Europei. Nel suo passato poi scatti con spogliarelliste, ironia gratuita verso l’allora ct russo sui social, una certa passione per le armi e, incollata addosso, la scomoda etichetta di eterna promessa.
L’opinione di Fabio Capello su Kokorin
Un’eterna promessa che, però, ha avuto il privilegio nella sua carriera di incontrare anche Fabio Capello, all’epoca dell’incarico in qualità di ct del tecnico che lo elogiato in un’intervista rilasciata a Violanews:
“Dalla prima volta che l’ho visto mi sono accorto che Kokorin è un giocatore che ha tutto. Ha movimenti, ha tempi di gioco, già da giovane si vedeva che aveva qualcosa di diverso rispetto ai compagni. L’ho allenato quando era considerato la più grande promessa del calcio russo, io ho puntato su di lui e l’ho fatto giocare”.
Una profezia la sua che potrebbe cancellare, grazie all’ambiente, anche quella fama da ragazzo inquieto.
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