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Ganna mette nel mirino il 2023: "Mi impegnerò al massimo, senza fare inutile promesse"

Il corridore di Verbania: "Lo scorso anno ho centrato il Record dell'Ora pungolato dalle critiche, ma il mio anno d'oro è stato il 2020".

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Ganna mette nel mirino il 2023: "Mi impegnerò al massimo, senza fare inutile promesse" Fonte: Getty Images

La serata organizzata da Bicimania di Lissone è servita a Filippo Ganna per raccontare il suo amore per la biciletta, intrattenendo i 500 tifosi con qualche aneddoto della sua brillante carriera sinora brillante: “«Il ciclismo è fatto di amore e di odio e spesso situazioni che sembravano negative hanno contribuito a formarmi. Ricordo il Mondiale di Firenze del 2013: nella prova contro il tempo junior mi sono dimenticato una curva e ho preso ia transenna, ma ho concluso la corsa; ho una cicatrice sotto il mento in ricordo di quella lezione. Nemmeno il mio esordio tra i professionisti mel 2015 è stato fortunato: Cassani mi aveva inserito nella Nazionale italiana. Mii sono staccato sulla salita e sono arrivato attardato di oltre 15′: una giornata bruttissima che mi ha insegnato tanto».

Il fiore all’occhiello è sinora il 2020: “E’ stato il solo anno in cui sono salito in bici con leggerezza, non cercavo il risultato, ma volevo sentirmi libero. Dopo il ritiro in altura mi hanno convocato per il giro d’Italia e per me è incominciato un mese da sogno: ho vinto a cronometro il Mondiale e indossato la maglia rosa, poi la Ineos ha conquistato la corsa con Tao Geoghegan Hart”.

Sensazioni contrastanti nel 2022, perché alle critiche è seguita l’impresa, il Record dell’Ora con 56,792 km: «Il 2022 è stato un anno travagliato e prima del Tour avevo detto alla squadra di non voler tentare il Record; in Francia è andata male e così al Mondiale, dove sono stato sommerso da commenti negativi. A quel punto la squadra mi ha spinto a provare, perché a detta lorodovevo dimostrare chi ero: non sono riuscito a prepararmi al meglio, ho provato una volta la distanza di un’ora e un’altra volta quella di mezz’ora. Al momento giusto ho tirato fuori il massimo e dimostrato che molti avevano speso giudizi affrettati”.

La concentrazione è già sul 2023: “Dopo la Tirreno-Adriatico ho preso una brutta influenza e dovuto rinunciare alle classiche; mi piace fissare un obiettivo, ma non amo fare troppe promesse ai tifosi, mi impegnerò per regalare loro soddisfazioni, ma se non raggiungerò gli obiettivi sarò sereno, perché avrò dato tutto me stesso. Sarà la 5^ stagione in maglia Ineos, ho un contratto sino al 2027: mi trovo bene, a parte il ketchup che mettono sulla omelette e la pasta scotta.. Un giorno vorrei correre con una squadra italiana, magari a fine carriera: so che non sarà semplice, ci vogliono investimenti importanti”.

E questo è il programma del piemontese, dopo la Vuelta di San Juan che comincia il 22 gennaio: Volta ao Algarve, Tirreno-Adriatico, Milano-Sanremo, le corse del Nord (Gent-Wevelgem, Fiandre e Roubaix) e il Giro d’Italia, per raccogliere infine più allori possibili ai Mondiali di agosto su pista e su strada.

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