Tra i giocatori di rilievo chiamati a sciogliere il bandolo della matassa per quanto concerne il rinnovo del contratto in scadenza il prossimo 30 giugno, oltre a Lorenzo Insigne figura anche Alessio Romagnol i, capitano del Milan sì, ma non a tempo pieno.
Colpa di qualche panchina di troppo e dell’esplosione di Fikayo Tomori che ha finito inevitabilmente per togliergli spazio prezioso nell’undici titolare di Pioli, alimentando anche le nubi sulla questione rinnovo che però potrebbe presto giungere ad un punto di svolta positivo.
Secondo quanto riferito da ‘La Gazzetta dello Sport’ infatti, Romagnoli sembra aver accettato questa condizione che non lo vede più titolare inamovibile: chiaro che, alla luce di questo scenario, debba essere rivisto verso il ribasso l’ingaggio da 6 milioni stipulato nel giugno 2018, con il club che non vorrebbe andare oltre i 3,5.
Il difensore cresciuto nella Roma spererebbe di scendere quantomeno fino a 4,5 e, a fine novembre, ci sarà un summit in cui non è affatto scontata la presenza del suo agente, Mino Raiola : l’italo-olandese non ha preso parte all’incontro andato in scena a settembre, complici probabilmente gli strascichi per la vicenda Donnarumma che in casa rossonera non è stata ancora del tutto digerita.
Quel giorno Romagnoli si è presentato da solo al cospetto di Paolo Maldini e Frederic Massara , senza la ‘ingombrante’ figura del suo procuratore: meglio tessere la tela da solo per non incappare in una rottura con il club che nel 2015 lo acquistò a peso d’oro dalla Roma, regalandogli la grande ribalta a soli 20 anni.
Questo è solo uno dei motivi per cui Romagnoli spera nel prosieguo della sua avventura milanista, seppur ridimensionata dalla spietata concorrenza in difesa: la prospettiva di tornare alla vittoria dello Scudetto dopo undici anni e di inaugurare un ciclo che possa fare la voce grossa in Europa lo alletta. E non poco.