Storia di un amore mai nato. Tra Vieira e Balotelli, si sa, la ruggine è tornata presto prepotentemente a galla al Genoa dopo gli screzi di Nizza quando il tecnico francese fu lapidario: “La sua mentalità non si addice ad uno sport collettivo come il calcio”. Subito dopo aver preso il posto di Gilardino sulla panchina del Grifone Vieira ha emarginato SuperMario fino ad escluderlo del tutto dalle convocazioni.
- Il paradosso di Vieira: senza bomber ma mai con Mario
- L'intervista della verità per Vieira
- Tanti infortuni davanti ma per Balotelli non c'è stato spazio
- La frase che dice tutto
Il paradosso di Vieira: senza bomber ma mai con Mario
I risultati gli hanno dato in parte ragione visto che i rossoblù hanno raggiunto una salvezza tutt’altro che scontata ma c’è un aspetto che fa riflettere: il Genoa ha segnato appena 30 gol in campionato (con la media che si è abbassata da quando c’è Vieira), solo 5 in più del Monza ultimissimo e già retrocesso, eppure il tecnico francese mai ha pensato di fare dietrofont per ripescare il suo bomber più famoso, preferendogli giovani o attaccanti inesperti.
L’intervista della verità per Vieira
Lo dice chiaramente Vieira, pur non nominando mai Balotelli, nelle interviste rilasciate alla Gazzetta dello sport e al Secolo XIX. Apparentemente ha cambiato modulo scegliendone uno più offensivo, passando dal 5-3-2 al 4-3-3, ma di fatto cementificando la fase difensiva-
Tanti infortuni davanti ma per Balotelli non c’è stato spazio
Altro paradosso: in attacco il Genoa ha avuto tantissimi infortuni, eppure l’idea di ricorrere a Balotelli non l’ha mai sfiorato: “Tanti infortuni, è vero. E, aggiungo, tutti in attacco, ecco perché ho dovuto avanzare un terzino come Zanoli e mettere Miretti a sinistra, entrambi bravissimi, o Thorsby fra le linee e Pinamonti chiamato a un lavoro importante in chiave difensiva. Però ci sono mancati Ekuban, Ekhator, Vitinha, Messias, Malinovskyi… Perciò ho puntato molto sull’aspetto difensivo: lì abbiamo avuto poche defezioni”.
Come dire, ogni soluzione è buona ma non riciclare l’ex Milan e Inter, nonostante le proteste del bomber: “Io dovevo pensare al modo di salvare la squadra. Non facevamo tanti gol, ma bisognava chiedersi perché. Togliete Leao e Gimenez al Milan, o tutti i giocatori offensivi dell’Inter, e cambia tutto. Da qui nasce l’orgoglio per la mia squadra: qui devi giocare con intensità, e se sbagli un pallone, stai certo che la gente continuerà a sostenerti. Perché piacciono Masini, Frendrup, Vasquez? Perché giocano con il cuore. Chi verrà al Genoa in futuro deve avere questo DNA”.
La frase che dice tutto
Vieira ha un suo manifesto chiaro, un Dna che vuol rivedere nella sua squadra e che è la vera risposta al no definitivo a Balotelli (che ritiene di essere amato più all’estero che in A): “Mi piacerebbe segnare sempre quattro gol a partita, ma qui è diverso. Il mio DNA è identico a quello del club, mai in passato avevo trovato un’identità così simile con la mia squadra come è accaduto stavolta. Qui uso il “noi”, non l’“io”. E, ripeto, quando sento dire che segniamo poco, bisogna ricordarsi che ci siamo salvati, ma non era così scontato. Sempre uniti, anche nelle difficoltà”.