E’ rimasto in silenzio per mesi, ingoiando amarezze e stilettate di ogni tipo: rispondeva solo con post su Instagram Mario Balotelli, alcuni criptici, altri chiarissimi ma da quando si è chiusa la sua avventura col Genoa Mario Balotelli è un fiume in piena. Partecipa a sfilate di moda, posta i suoi lunghi e faticosi allenamenti – da solo o in compagnia – sul suo profilo social e soprattutto è tornato a parlare. In tv dalla Fagnani o su vari Podcast come in quest’ultima occasione dove si è confessato al canale YouTube del giornalista sportivo Sandro Sabatini.
Il capitolo nero al Genoa
Per SuperMario è finito un incubo con la scadenza del contratto col Genoa ma ha voglia di tornare protagonista: “Non può una società sola farmi passare la voglia di giocare. Se volete sapere il perché, dovevate chiamare quell’altro e non me. Vi invito a vedere i miei allenamenti, quando volete. Poi decidete voi. E il problema è anche che gli allenamenti erano a porte chiuse. La sua scusa è stata che secondo lui, a lungo andare, non avrei accettato di non giocare o di farlo poco. Questa è stata la scusa. Quanto guadagnava al Genoa? Poco, penso che quelli della Primavera prendessero più di me”.
Il rapporto mai nato con Vieira
Con Vieira c’erano precedenti burrascosi dai tempi del Nizza: “A Nizza Vieira aveva fatto la stessa cosa, giocavo sempre, sì, ma mi tirava fuori. Lui è arrivato lì e ha voluto cambiare tutti, ma venivamo da due ottimi campionati, giocando pure in Europa. Eravamo forti. Lui ha cambiato e le cose sono andate male, giocavamo male. Poi ha iniziato a tirarmi fuori, sono andato dal presidente a dirgli che se lo sapevo prima, me ne sarei andato, e che avrei aspettato dicembre. Il presidente non voleva, alla fine ha ceduto: mi hanno messo fuori squadra e sono andato a Marsiglia”.
Poi aggiunge: “Non ne ho idea del perché c’era un’immagine sbagliata di me. Ho accettato quello che volevano darmi dal Genoa, avevo proposte di squadre estere, lontane, ma volevo fare un altro anno di Serie A. Vi dico davvero, l’aspetto economico non mi interessava. E mi sto allenando. Ho avuto anche contatti col Torino prima del Genoa ma mi sembrava più interessato il Genoa in quel momento e sono andato lì. Potevo anche aspettare il Torino, era una cosa nata con Cairo ma a rilento. Per il Genoa ero in contatto diretto con Gilardino, sapendo che mi voleva sono andato lì. Riaprire i dialoghi con il Torino? Perché no? Sono forse più propenso all’estero ma non escludo l’Italia. Palermo? Sì, perché no? Ci sono stato qualche giorno un mesetto fa, lì sto sempre bene”.
Il retroscena sulla maglietta al City
La sua immagine pubblica pesa: “Se penso che un giocatore sia casinista, chi può smentirmelo? I compagni di squadra. Chiedete ai miei compagni di squadra. Da quando ho cominciato fino a 24-25 anni ho fatto qualche ritardo agli allenamenti, son sincero. Ma ora… Qualcosa è stato esagerato, una di sicuro, ma non credo di aver fatto altre cose fuori dal comune. Sono state anche ingigantite. Come nasce la maglietta con scritto ‘Why Always Me?’? Ne avevo preparata una con un insulto, poi mi hanno fatto mettere ‘Why Always Me?’. Ma a me non piaceva molto…”