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Ginnastica ritmica, la Procura di Monza chiede l'archiviazione per la dt Maccarani: "Nessuna rivincita, solo verità"

La Procura di Monza ha disposto l'archiviazione del procedimento contro Emanuela Maccarani, che era stata accusata da ex atlete di presunti maltrattamenti psicologici

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il bronzo conquistato dalle Farfalle era già parso un bel segnale di rivalsa, ma da qualche ora a questa parte Emanuela Maccarani ha un motivo in più per sorridere: la Procura di Monza ha infatti disposto l’archiviazione del procedimento aperto nei confronti della direttrice tecnica della nazionale azzurra di ginnastica ritmica, e al contempo della sua assistente Olga Tishina, che erano stato accusate da alcune ex ginnaste di presunti abusi perpetrati a partire dal 2020. Un’accusa che Maccarani e Tishina avevano sempre respinto al mittente, con il sostegno peraltro della federazione che ha voluto che le due fossero regolarmente al loro posto nel corso degli ultimi appuntamenti internazionali, olimpiadi incluse.

Odissea finita. Ma già la Maurelli aveva “parlato”…

Maccarani e Tishina erano state accusate di aver adottato “metodi di allenamento non conformi ai doveri di correttezza e professionalità”: pressioni psicologiche, tali da provocare disturbi alimentari, avevano spinto alcune ex atlete (le ginnaste Nina Corradini e Anna Basta) a segnalare il tutto alle autorità competenti, gettando un’ombra sulla preparazione della squadra azzurra in vista dei giochi di Parigi (e non solo).

L’indagine interna avviata dalla Federazione Italiana Ginnastica, partita nel 2023, non ha però sortito alcun effetto, al netto del commissariamento dell’Accademia di Desio dove le due tecniche hanno continuato a lavorare anche durante le indagini. Per la FIG il tutto s’è risolto con un’ammonizione per Maccarani e un’assoluzione piena per Tishina, verdetto che ha così consentito alla coppia di riprendere il mano la preparazione verso l’olimpiade parigina.

Non è un caso che dopo la conquista della medaglia di bronzo nel concorso a squadre, la capitana Alessia Maurelli ha subito voluto dedicare il risultato all’allenatrice: “Questa medaglia è per la nostra Emanuela Maccarani. Ci ha forgiato nel modo di affrontare la pedana, mai ci ha sfiorato l’idea di quello che è successo, non c’era alcuna rivalsa ma solo voglia di dare una risposta come squadra”.

Le parole di Maccarani: “Nessuna rivincita, però…”

Maccarani domenica scorsa aveva fatto capire di essersi lasciata il passato alle spalle. “Credo che bisogna avere sempre grande equilibrio, oltre che essere consci dell’operato di ciascuna di noi. Mai mi sarei sognata di accompagnare una squadra alle olimpiadi se ci fosse stato anche solo un briciolo di verità in quello per cui sono stata ingiustamente accusata.

Non è stata una rivincita per me arrivare sul podio con queste ragazze, piuttosto è stata la conferma di quello a cui volevamo aspirare, cioè a una medaglia che sentivamo potesse ripagare i nostri sforzi. Il nostro è uno sport di automatismo e fa sorridere che queste ragazze sono le colleghe delle presunte atlete maltrattate. Se davvero tutto ciò fosse stato vero, chi mai si sarebbe sognato di lasciarmi allenare questo gruppo?”. L’archiviazione chiesta dalla Procura di Monza è un altro punto a favore di Maccarani, che non ha ancora sciolto la riserva su cosa fare nel futuro. “I miei sono sempre accordi annuali. A dicembre sapremo…”

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