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Ginnastica ritmica sempre nel caos: le confessioni di Miriam Patrese

Miriam Patrese ed Emanuela Maccarani, direttrice dell'Accademia di Desio, parlano a loro modo dei problemi e degli abusi, psicologici e non solo, nella ginnastica ritmica.

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Ginnastica ritmica sempre più nel caos, mentre continuano a uscire rivelazione e denunce da parte di ex atlete e istruttrici sui metodi di allenamento utilizzati nel corso degli anni.

L’inchiesta, al momento a carico di ignoti, continua ad allargarsi. Miriam Patrese ed Emanuela Maccarani hanno raccontato la propria storia, e il motivo per il quale le denunce odierne non sono affatto una sorpresa.

Le parole di Miriam Patrese: “Le mie ragazze non le peso”

A Repubblica ha parlato Miriam Patrese insegnante di ginnastica ritmica a Roma e anche giudice di gara. Nel corso dell’intervista, l’ex atleta rivela di non essere sorpresa da queste denunce:

“Sorpresa? Purtroppo no, perché so quello che accade in tante palestre, ancora oggi. Anche ai miei tempi c’erano le pesate di gruppo. Accadeva alle ragazzine e alle meno piccole, sistematicamente. Serviva per ammonire, perché nessuno si potesse nascondere. Succedeva in tutte le realtà, dai livelli più bassi ai più alti”.

La questione del peso in questo sport è purtroppo molto più determinante, anche a livello di giudizi in gara, rispetto alla coordinazione e alla pura esecuzione:

“Tutti sanno che i giudici tendono a premiare la magrezza. Se non sei filiforme e magrissima vieni frenata. Fai un esercizio da oro, ma arrivi quarta se non hai tutti i centimetri a posto, se non hai sembianze da bambina. Gli allenatori? Loro si chiedono se sia giusto investire su una ginnasta se sanno che in gara verrà penalizzata. E s’inizia con i commenti sull’aspetto fisico. Io venivo tartassata dai tecnici e pesavo appena 45 kg. Ti viene inculcato un canone, vieni misurata continuamente. All’inizio è una sfida con le altre, poi diventa una sfida con te stessa”.

La Patrese cerca di chiarire come si sia arrivati a questo punto di non ritorno:

“Il corpo insegnanti e allenatori di ritmica in Italia è composto per la maggior parte da donne non più giovani. E le giurie per lo più da giudici di vecchia scuola, formate sul famoso modello russo, una sorta di regime del terrore. In Italia l’abbiamo studiato molto bene. So che i video degli allenamenti delle russe vengono osservati attentamente, ci sono delle vere e proprie sedute. Copiamo. E abbiamo imparato a vincere. Ma a quali costi?”.

Emanuela Maccarani, direttrice dell’Accademia di Desio: “Mi dissero di perdere 5 chili”

Nel libro Questa squadra, la ginnastica ritmica, la mia vita, la storica e pluridecorata direttrice dell’Accademia di Desio, ora sotto la lente dei riflettori per quanto sta uscendo in questo periodo, ripercorre la sua vita e i sacrifici fatti per arrivare così in alto nel mondo della ginnastica ritmica.

Da queste pagine si evince come i problemi e gli abusi a livello alimentare e psicologico sono qualcosa che nasce davvero da molto lontano.

Queste le sue parole:

“La Tinto (Amalia Tinto, dal 1984 Responsabile della Squadra Italiana, ndr) mi disse subito, senza troppi giri di parole: “In un mese devi perdere 5 chili, sennò non ti convoco più”. E io per un mese non ho sgarrato. Non toccavo cibo al di fuori dei pasti principali. A mezzogiorno mangiavo due yogurt e una mela, mentre alla sera una cena leggera. Mi concedevo un gelato il giovedì pomeriggio, una sorta di premio per tutti gli sforzi che stavo affrontando. E alla fine, in un mese, persi quei “maledetti” 5 chili, tant’è che mia mamma, quando venne a trovarmi durante il collegiale estivo a Sondrio non mi riconobbe”.

“Fu un anno piuttosto difficile per me. Innanzitutto ci fu un cambio generazionale. Tante mie compagne abbandonarono l’attività agonistica e io mi ritrovai a essere la più grande, la più esperta in un gruppo di giovani. Iniziò, poi, a diffondersi la moda che la squadra dovesse essere formata da atlete longilinee, esasperatamente magre. Pelle e ossa. Questo era il modello da seguire”.

La Maccarani inoltre, come riporta Il Giorno, potrebbe essere sentita dalla Procura a Brescia nel corso di questa inchiesta.

Ginnastica ritmica sempre nel caos: le confessioni di Miriam Patrese Fonte: Getty Images

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