Chi l’ha vissuto sulla propria pelle, non lo dimenticherà facilmente. Non sono molti i giocatori di serie A che hanno contratto il Covid-19 in misura più o meno forte ma ci sono. Chiedete in casa Fiorentina, Juventus, Sampdoria e Atalanta e scoprirete che forse tutta questa voglia di tornare alla normalità, dopo aver vissuto giornate da panico, non c’è o comunque non in tutti. Chiedetelo a Reina, che ha avuto paura di non farcela, o anche allo stesso Gasperini che – con le relative polemiche che ne son seguite – ha ammesso di aver avuto i sintomi della malattia.
Barreto dice basta: Non tornerà a giocare
Tra chi ha visto negli occhi la paura c’è anche il centrocampista della Sampdoria Edgar Barreto che ha deciso di lasciare la Sampdoria dopo cinque anni e 110 presenze. Il suo contratto sarebbe scaduto a giugno, ma ha deciso di accelerare i tempi a causa del Covid.
Barreto racconta al Secolo XIX le sue paure
Il calciatore racconta il perché della sua scelta al Secolo XIX: «Non si erano creati i presupposti giusti per il prolungamento. Senza questo maledetto virus sarei arrivato regolarmente alla fine del mio contratto. Sono stato influenzato un paio di giorni, un po’ di pesantezza agli occhi, poi stop. Però la mia grande paura era di trasmetterlo alla mia famiglia. E anche adesso, non me la sentirei di rischiare»..
Barreto elenca tutti i rischi che non vuole più correre
Il paraguayano aggiunge: «In tanti dicono che una volta passato uno resta immune. Ma non ci sono certezze. Anche nel nostro spogliatoio a qualcuno è capitato di guarire e poi risultate di nuovo positivo. Riprendere a giocare significa anche andare in trasferta, viaggiare, dormire in albergo, incontrare persone. E per quante precauzioni tu possa prendere, non puoi mai sentirti al sicuro. Ai calciatori fanno fare tanti tamponi, test… poi in campo sui calci d’angolo devi marcare a uomo. Se dovessi riprendere il 20 giugno non so se me la sentirei»..
«Parlo per me, ma penso di non essere l’unico a pensarla così. Riprendendo a giocare i calciatori vanno incontro a rischi per la salute, loro e delle loro famiglie. Se poi non parti focalizzato al 100% sul campionato, ma hai altri pensieri, puoi farti male o non rendere al meglio. Senza tralasciare che i tifosi sono l’essenza del calcio. Giocare a porte chiuse è triste».