A La Gazzetta dello Sport, Luigi Busà ha raccontato la sua gioia per essere il portabandiera dell’Italia ai Giochi del Mediterraneo: “Meno male che non mi sono ritirato dopo le Olimpiadi, così è arrivata questa grande opportunità. Essere portabandiera è una cosa che sognavo: rappresentare il mio Paese e soprattutto il karate è un’immensa gioia, ma sarà anche un’importante responsabilità. Mi auguro di poterlo fare alla grande”.
Per Busà adesso c’è un’attenzione diversa verso il karate: “Sono felice di esserne stato l’artefice con l’oro olimpico. Fino a qualche anno fa nessuno avrebbe mai pensato a un karateka portabandiera. Ma ancora non ho finito, siamo solo all’inizio di questa attenzione mediatica e io lavorerò affinché continui a crescere perché meritiamo di rientrare nel programma olimpico a Los Angeles 2028”.
Busà punta all’oro: “Sono venuto qui per questo. Agli Europei di Ganziatep (Turchia, n.d.r.) sono tornato sul tatami di gara dopo quasi 10 mesi dalle Olimpiadi e l’aver conquistato il bronzo mi ha caricato. Abbiamo fatto una bella preparazione e arrivo qui a Orano con delle belle sensazioni. Ci sono Nazioni molto forti come la Turchia, la Francia, l’Egitto e la Croazia, ma me la giocherò al 100%. La mia promessa da mantenere? Avevo detto al mio coach Claudio Guazzaroni (scomparso a 61 anni il 30 gennaio 2022, n.d.r.) che avrei fatto di tutto per conquistare l’oro che mi manca qui ai Giochi. Quando è venuto a mancare ho sentito che era giusto continuare per mantenere la parola data”.