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Giro d'Italia, tappa 7: Pogacar batte anche Ganna, ma l'Italia esulta con Tiberi (che sogna il podio di Roma)

Pogacar fa il cannibale: vince anche la crono di Perugia e spedisce Martinez e Thomas a oltre due minuti e mezzo di distanza in classifica generale. Ganna generoso, ma rimbalzato dalla salita finale

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Non c’è proprio modo di fermare l’onda rosa targata Tadej Pogacar, che a Perugia compie un piccolo capolavoro: sfruttare gli ultimi chilometri costantemente con il naso all’insù facendo sua la prima cronometro dell’edizione 107 e riuscendo a tenere dietro tutte le ruote degli specialisti delle corse contro il tempo.

Anche Pogacar va forte a cronometro, ma certo quel che ha fatto negli ultimi 6 km è qualcosa di sensazionale: rifila oltre un minuto a Ganna che fino al secondo intermedio aveva 44 secondi di vantaggio, ma una volta che le rampe di Casaglia si sono manifestate sotto le ruote di Tadej non c’è stata più storia. Come quella del Giro 2024, che salvo imprevisti riprenderà nuovamente la via della Slovenia, anche senza il campione in carica Roglic.

Giro d’Italia, 7a tappa: impressionante la pedalata di Pogacar

La prima crono ha fatto distacchi importanti, ma soprattutto ha ribadito la straordinaria condizione di forma di Pogacar, che ha fatto la differenza in salita, riuscendo a interpretare nel modo migliore possibile il tracciato che ha portato la carovana per 40 km nella campagna umbra (prima) e, poi, nell’ascesa verso l’acropoli del capoluogo di regione.

L’unico che ha provato a tenergli testa nei 6 km finali è stato Dani Martinez, che ha pagato però 32 secondi (diventano 109 complessivamente al traguardo). Anche Ben O’Connor ha fatto il suo, limitando i danni nell’ascesa finale e recuperando posizioni importanti in classifica generale, tanto che dietro a Martinez e Geraint Thomas (che si sono scambiati le posizioni sul podio: il britannico ha chiuso a 2′ secchi da Pogacar) c’è proprio l’irlandese, seguito poi dall’australiano Luke Plapp, sempre piuttosto convincente e a suo agio sulle strade italiane (ieri aveva chiuso al terzo posto).

Ganna, che era il logico favorito per la vittoria di giornata (ma si sapeva che contro Pogacar sarebbe stata durissima la difesa nel finale), e che ha rischiato anche grosso proprio alla prima curva subito dopo la partenza a causa di un contatto con una tifosa a bordo strada, ha fatto segnare i migliori intertempi ai primi due passaggi, ma nulla ha potuto sull’ultima salita.

L’Italia può, però, sorridere per la buona prova di Antonio Tiberi, sesto assoluto di giornata a 1’21” dallo sloveno, un tempo che gli ha permesso di risalire in top ten nella classifica generale all’ottavo posto (a 4’41”) appena davanti a Zana (4’44”) e Fortunato (4’48”). Insomma, piccoli bagliori d’azzurro, anche se Pogacar rimane su un altro pianeta.

Giro d’Italia, tappa 7: ordine d’arrivo e classifica

L’ordine d’arrivo della quarta tappa del Giro:

  1. Pogacar (Slo) in 51’44”
  2. Ganna (Ita) a 17”
  3. Sheffield (Gbr) a 49”
  4. Arensman (Gbr) a 59”
  5. Schachmann (Ger) a 1’05”
  6. Tiberi (Ita) a 1’21”
  7. Plapp (Aus) a 1’45”
  8. Martinez (Col) a 1’49”
  9. Bjerg (Dan) a 1’56”
  10. Thomas (Gbr) a 2’00”

Questi i primi 5 in classifica generale (qui la classifica completa):

  1. Pogacar (Slo) in 24h12’36”
  2. Martinez (Col) a 2’36”
  3. Thomas (Gbr) a 2’46”
  4. O’Connor (Irl) a 3’33”
  5. Plapp (Aus) a 3’42”

Tappa 7, Cronometro Foligno-Perugia: pagelle

  • POGACAR 10: viaggia a velocità doppia rispetto al resto degli “umani”. Inutile girarci intorno, Pogacar ha una classe e un talento sconfinato, ma quando è in condizione è capace di tutto. Ha interpretato la cronometro come meglio non avrebbe potuto fare. Sul piano ha limitato i danni, poi in salita ha fatto il vuoto. Ma proprio il vuoto. Ingiocabile per chiunque.
  • TIBERI 8: Antonio sin qui il Giro l’aveva maledetto, tra le due forature di Oropa e la caduta di Caruso che gli ha impedito di poter fare affidamento su un capitano gregario di lusso. A Perugia dimostra però di avere le idee chiare su cosa voler fare da grande. Prova maiuscola e top ten della generale ritrovata. Aspettando le montagne.
  • GANNA 7: da Top Ganna ci si aspetta sempre il massimo, e vederlo perdere a cronometro crea sempre una sensazione straniante. Fino a che la strada è in piano non ce n’è per nessuno, Pippo vola, ben sapendo che il problema sarà tenere botta nel finale. E Pogacar dimostra di essere (al momento) un alieno fuori portata per chiunque.
  • MARTINEZ 7: sfrutta il tratto finale per recuperare terreno e ci riesce appieno, dimostrando di essere al momento l’unico rivale credibile per Pogacar. Sostanzialmente, può puntare a vincere il Giro “degli umani”, che non sarebbe comunque poca roba.
  • PLAPP 6,5: terzo ieri a Rapolano, settimo oggi a cronometro, quinto nella generale. Insomma, si sono viste giornate peggiori. Plapp si sta divertendo e sta tenendo altra la bandiera australiana, visto che da campione nazionale può sfoggiare la divisa Aussie. E chissà fin dove potrà spingersi.
  • THOMAS 5: sembra essere rimasto con la testa alla crono dello scorso anno, quella che gli ha negato la gioia di arrivare a Roma in maglia rosa. Percorso che pure gli si addiceva, ma alla fine oggi, dei big di classifica, è quello che sembra pagare più degli altri lo sforzo.

Giro d’Italia, domani ecco la prima tappa di montagna

Domani intanto la prima vera tappa di montagna dell’edizione 107 della corsa rosa: da Spoleto a Prati di Tivo i big della generale non potranno più nascondersi, con Tadej Pogacar ancora una volta pronto a fare la parte del leone su un arrivo che sembra calzargli a pennello.

Lo sloveno sarà nuovamente l’uomo da battere in una frazione che si preannuncia piuttosto movimentata, nonostante la lunghezza ridotta a 152 chilometri. Si scaleranno per prima la Forca di Cerro seguito dalla Forca Capistrello (16 km di lunghezza), quindi il Passo Capannelle, poi la breve ascesa di Croce Abbio, preludio al gran finale a Prati di Tivo, spesso già utilizzata come arrivo per la Tirreno Adriatico: 14 km al 7% di pendenza media, con punte fino al 12%. Una tappa che, in un modo o nell’altro, è destinata a sgranare il gruppo, facendo perfettamente capire chi non potrà vincere il Giro.

Giro d’Italia, salta lo Stelvio: troppa neve sulla cima Coppi

In giornata, è arrivata è la conferma di quanto si sapeva già da qualche giorno: a causa delle ingenti nevicate primaverili, transitare sullo Stelvio risulta pressoché impossibile e l’organizzazione s’è vista costretta a modificare la tappa che arriva a Livigno. Il nuovo percorso verrà reso noto nei prossimi giorni.

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