Inutile negarlo, dopo l’exploit e la vittoria al al Tour of the Alps, ci si aspettava che Simon Yates fosse tra i principali protagonisti della Corsa Rosa.
Il britannico invece, piuttosto sorprendentemente, ha faticato a mettersi in luce dando in più d’un occasione l’impressione di soffrire sul terrenno dove avrebbe dovuto far la differenza: la salita.
Nonostante ciò, lo scalatore di Bury è comunque nella top ten della generale al termine dei primi dieci giorni di corsa, una posizione che non lo esclude dalla lotta per la maglia rosa ma che, necessariamente, lo obbligherà a una condotta di gara più aggressiva nelle prossime tappe.
“Le differenze sono ancora minime, i primi dieci sono racchiusi in un minuto, ma avrei preferito essere più vicino alla vetta” ha ammesso a Wielerflits Yates. “Sto facendo del mio meglio e spero che possano arrivare giornate buone. La sfida più grande è stata il meteo, che cambiava continuamente”.
La variabile delle condizioni meteorologiche potrebbe incidere anche quando la carovana si rimetterà in moto domani verso Montalcino in una tappa segnata da tutti i big come altamente pericolosa.
“Non mi piace una tappa del genere in un Grande Giro. C’è posto per la Strade Bianche in calendario, ma non in una corsa a tappe. Ci sono troppi rischi, i corridori possono cadere o forare una gomma e questo potrebbe influire sulle classifiche. Comunque, non ho paura della tappa e spero soprattutto di superarla senza problemi” ha dichiarato con grande onestà il corridore britannico, impaziente invece di affrontare lo Zoncolan.
“Non conosco questo versante della salita, ma sarà dura. Se guardo il roadbook, quella è la prima vera salita di questo Giro. Fino ad ora, la selezione è stata fatta solo nel finale delle salite, mentre sullo Zoncolan si può fare ovunque. È una delle salite più dure che conosco”.