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Golden Gala, Tamberi replica alle critiche e fa un annuncio su Los Angeles 2028, Jacobs dà ragione a Bragagna

Gimbo e Marcell tra i protagonisti più attesi all'Olimpico: dal capitano la certezza di esserci ai Mondiali di Tokyo, lo sprinter ottimista sul futuro. E Diaz promette il record.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

Le Olimpiadi si sono chiuse poche settimane fa, ma la stagione della grande atletica continua. Nella serata di venerdì 30 agosto all’Olimpico di Roma è in programma il Golden Gala, tappa della Wanda Diamond League 2024, e sono tanti i campioni in pista. Riflettori puntati soprattutto sulle star dell’atletica italiana al maschile. Due a Parigi hanno mancato la medaglia, seppur con modalità diverse: Gimbo Tamberi e Marcell Jacobs. Un altro sul podio c’è salito, anche se le sue aspettative erano ancora più alte: Andy Diaz Hernandez, terzo nella finale di salto triplo.

Tamberi, la voglia di continuare e la risposta agli haters

La prima domanda per capitan Tamberi riguarda le sue condizioni: “Sto decisamente meglio dal punto di vista fisico, prima di partire per la Polonia ho fatto tutte le analisi necessarie ed è scongiurata la presenza del calcolo. Per la certezza assoluta avrei dovuto fare un’altra Tac, ma avendone già fatte altre due mi è stata fortemente sconsigliata per via delle radiazioni. Purtroppo ho avuto altre due coliche dopo la finale di Parigi, ho fatto una cura di farmaci che mi ha fatto star meglio, poi ho dovuto interromperla per gareggiare al Silesia. Dal punto di vista fisico sto bene, da quello mentale dopo la vittoria in Polonia ho messo qualcosa tra me e le Olimpiadi. Sto meglio, senz’altro. Ma non tutte le mattine mi sveglio col sorriso, ecco”.

Il futuro potrebbe essere riscritto rispetto ai piani precedenti: “Vediamo, queste Olimpiadi non sono andate come volevo, le vedevo come l’ultima vera gara della carriera, quella in cui mettere tutto me stesso. I piani non sono andati come speravo, se avessi vinto non sarebbe rimasto molto dentro di me. Ora ammetto di sentire una voglia, un qualcosa che mi spinge a rimettermi in gioco per i Mondiali di Tokyo, a raccogliere quello che so poter essere il mio valore. Questo per il 2025: per Los Angeles 2028 ci sono ancora troppe cose da pensare e da valutare”.

Diretta la domanda di Franco Bragagna: “Credi di aver esagerato a mettere tutto sui social durante le crisi di Parigi?”. Schietta la risposta di Gimbo: “Non possiamo condividere il modo di comunicare, in certe situazioni quando sei piegato in due dal dolore nel giorno più importante della tua vita fai quello che ti senti, non pensi a cosa sia giusto fare o dire. Ho ricevuto tante chiamate in quel giorno e volevo comunicare a tutti, anche ai miei cari, le mie condizioni. Non sono il tipo di persona che sui social comunica solo i momenti belli, voglio far vedere la mia vita reale. Anche nel momento più brutto di sempre”.

Jacobs, l’ammissione sulla difficoltà nella preparazione

Anche Marcell Jacobs ha risposto a una domanda dell’apprezzato telecronista Rai, che a Parigi ha commentato la sua ultima Olimpiade: “Se mi sono mancati giusto dieci giorni di preparazione per giocarmela ancora meglio a Parigi? Credo proprio di sì, mancava la costanza di gareggiare a quel livello. Non sono riuscito a entrare subito nel meccanismo che il mio allenatore mi chiedeva. Ho fatto troppe gare in cui non riuscivo a correre come volevo, anche a Parigi non ero sciolto nella corsa. Cambiare tutto in nove mesi non è facile, è già una scommessa e non ho assolutamente rimpianti. In futuro sicuramente le cose andranno meglio”.

Un pizzico di delusione nelle parole di Marcell, ma anche la consapevolezza di aver dato tutto: “Non sono riuscito a dimostrare il mio valere per gli infortuni che non mi permettevano di confermare i tempi che sapevo di valere. Il quinto posto non è stata una sorpresa, fatta una preparazione come si deve sapevo che avrei potuto correre forte. Ho avuto qualche difficoltà all’inizio, ci ho messo un po’ a salire di forma e a correre forte, ma sono contento di aver rifatto un’ottima stagione, aver riconquistato una finale olimpica. Ho dato tutto, poi subito dopo ho fatto un’altra gara sotto i 10 secondi che ha grande valore”.

Ora il finale di stagione è senza troppe pressioni, compresa la notte magica del Golden Gala all’Olimpico: “Punto sempre ad arrivare al massimo quando più conta, ho ancora la gara di domani, poi un’altra prima della fine della stagione. In questo momento più che inseguire i 9”80 conta divertirmi, tutto quello che voglio fare adesso è scendere in pista e sfidare i miei avversari. Quello che era l’appuntamento più importante purtroppo è andato”.

Diaz, il podio alle Olimpiadi e la promessa per il Golden Gala

Dulcis in fundo, Andy Diaz Hernandez. L’azzurro, di origini cubana, capace di spingersi al terzo posto in una finale parigina di grandissimo spessore. “Il bronzo olimpico mi ha reso felice, ma puntavo a qualcosa di più”, la sua ammissione. “L’Olimpico è una pista magica, si fanno sempre delle grandi misure, proverò anch’io a superare i 18 metri“. Quindi una promessa spavalda: “Questa manifestazione mi porta bene. Ho fatto il record italiano al Golden Gala, ma a Firenze. Mi sa che domani mi tocca rifarlo“.

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