Parlare di turning point della serie appena dopo gara-2 può sembrare eccessivo, ma il 2-0 con cui Golden State comanda la finale della Western Conference sui Dallas Mavericks è più pesante rispetto a quanto indicato dal calendario che ha visto gli Warriors giocare le prime due gare in casa. La rimonta di cui sono stati protagonisti Curry e compagni in gara-2, vinta 126-117, ale allora un pezzo di finale, dopo essere stati sotto anche di 15 contro uno scatenato Luka Doncic, ben supportato da Jalen Brunson.
Il leader di Golden State, comunque autore di 32 punti con 11/21 al tiro, non è comunque stato da solo nel ribaltare una partita che sembrava segnata, perché mai come in questa occasione è stato il collettivo di coach Kerr a fare la differenza: a spiccare i 21 punti di Kevon Looney, che sceglie l’occasione più importante per stabilire il nuovo best career.
Fondamentali anche gli apporti di Jordan Poole, che mette a referto 23 punti in 29 minuti con 7/10 al tiro e di Andrew Wiggins, quest’ultimo decisivo in fase difensiva nello stoppare la vena delle due stelle dei Mavs, che mandano in archivio una partita da 42 punti (Doncic) e 31 (Brunson), ma che dopo i 40 del primo tempo ne segnano appena 13 nel terzo quarto incassandone 43 nell’ultimo.
La serie riparte nella notte italiana di lunedì da Dallas dove sono in programma le due prossime partite. A separare Golden State dalla sesta finale negli ultimi otto anni sono solo due successi, a scoraggiare Dallas lo score che vede gli Warriors avanti 14-1 nelle serie playoff in cui si sono trovati avanti 2-0.