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Guerra Russia-Ucraina, Shevchenko continua a raccontare l'orrore

Nel salotto di Silvia Toffanin a Verissimo, Sheva torna a raccontare della guerra, oltre a ringraziare il popolo italiano per la grande accoglienza e l'aiuto verso gli ucraini.

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Guerra Russia-Ucraina, Shevchenko continua a raccontare l'orrore Fonte: Getty Images

L’ex tecnico del Genoa Andriy Shevchenko è uno degli sportivi in prima linea nell’opporsi all’aggressione russa in Ucraina. Fin dal primo giorno, l’ex Pallone d’Oro 2004 si è dato da fare con raccolte fondi, messaggi di sensibilizzazione e iniziative per dare una mano al proprio paese.

Sheva è uno dei tantissimi personaggi del mondo dello sport che stanno agendo per condannare fermamente la guerra iniziata dalla Russia, e l’ultima sua “fatica” è la presenza nel salotto di Verissimo, programma di punta del pomeriggio di Canale 5. Nel corso dell’intervista, che andrà in onda domani sabato 7 maggio, il focus non può che essere stato la guerra che si sta combattendo in Ucraina:

“È un momento davvero complicato, soprattutto le prime settimane sono state difficili. È stato uno colpo improvviso, mai avrei immaginato che la Russia fosse in grado di iniziare una guerra contro l’Ucraina. Come si può vivere quando tutti i giorni muoiono bambini e civili sotto gli attacchi dei missili russi? Certamente la visita del Papa in Ucraina sarebbe davvero utile, anche se in questo momento il miglior aiuto possibile è provare a dare una possibilità agli ucraini di difendersi e accogliere i rifugiati, in special modo donne e bambini. Io sto accogliendo alcuni profughi nella mia casa: tra poco arriveranno due donne con i loro bambini. Inoltre, abbiamo realizzato uno stupendo progetto con il sindaco di Milano Beppe Sala. Sono molto riconoscente al popolo italiano che si è dimostrato davvero disponibile e sta donando il cuore al mio popolo. La mia gente ha perso ogni cosa, i bambini non hanno più futuro, dobbiamo stare vicini a queste persone”.

Shevchenko ricorda anche la fuga dall’Ucraina da parte della famiglia:

“Inizialmente non era possibile convincere mia mamma ad andare via. Poi, dopo circa 21 giorni, le sue condizioni di salute sono andate peggiorando e dunque mia sorella l’ha portata via assieme a lei. Ora si trovano in Italia. Abbiamo quattro figli, il più grande capisce benissimo quello che sta accadendo, agli altri stiamo provando di spiegarlo. Loro sono molto affezionati a Kiev e all’Ucraina”.

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