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Guerra Ucraina, caso Uralkali: la Haas incassa e va al contrattacco

La scuderia di Formula 1 di matrice statunitense ha deciso di non restare passiva dando vita a un serrato contenzioso con l’ex title sponsor.

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Aumenta sempre più la tensione tra la Haas e Uralkali. L’azienda chimica di proprietà di Dmitry Mazepin fino allo scoppio della guerra russo-ucraina era title sponsor (nonché importante finanziatrice) della scuderia statunitense la quale però, allineandosi alle posizioni assunte dal mondo dello sport nei confronti dei russi, appena iniziato il conflitto ha deciso di licenziare Nikita Mazepin e stracciare l’accordo di sponsorizzazione.

Guerra Ucraina, la richiesta di Uralkali

Questo, nelle settimane successive, ha provocato una serie di conseguenze e un’escalation di attacchi tra le parti molto complessa da risolvere.

Uralkali, in particolare, al momento della rottura dei contratti aveva già versato nelle casse della Haas circa 12 milioni di euro, una somma che l’azienda russa ha preteso di rivolere indietro.

“Poiché la maggior parte dei finanziamenti per la sponsorizzazione per la stagione 2022 è già stata trasferita ad Haas ed in considerazione del fatto che la squadra ha concluso il contratto prima dell’inizio della stagione 2022, Haas è venuta meno ad i suoi obblighi nei confronti di Uralkali e viene quindi chiesto il rimborso immediato delle somme versate ad Haas” si legge nel comunicato emanato dalla società di Mazepin.

Guerra Ucraina, la risposta della Haas

Di fronte a questa richiesta, la Haas ha risposto negativamente ribadendo fermamente di voler trattenere la cifra versata da Uralkali.

“Secondo l’unanimità degli studiosi di diritto e secondo la giurisprudenza, la parte che termina l’accordo per violazione commessa da controparte non ha l’obbligo di restituire a quest’ultima ciò che ha già ricevuto in base all’accordo. La pretesa della Uralkali di ottenere il rimborso dell’acconto di 12.000.000 euro è quindi infondata ed è respinta” ha fatto sapere la scuderia di Gunther Steiner che poi addirittura ha preteso dai russi un ulteriore versamento di 8 milioni come risarcimento per la perdita di profitti dovuta alla prematura interruzione del rapporto.

Scontro Haas-Uralkali, le prospettive

Questo botta e risposta ha inevitabilmente finito per irrigidire le posizioni tra le parti in causa allontanando una facile risoluzione del caso.

Viste le cifre in ballo e la freddezza nei rapporti, è dunque probabile che per mettere fine a quest’intricata situazione sia necessario rivolgersi ai tribunali competenti dove, comunque, non è detto che le cose possano risolversi in tempi brevi specie poi se la squadra americana nei prossimi giorni non deciderà di fare un passo indietro.

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