La tanto temuta invasione ha purtroppo preso corpo. Nella notte italiana di giovedì 24 febbraio la Russia ha effettuato i primi bombardamenti sull’Ucraina e il mondo intero è precipitato nell’incubo della guerra e delle sue possibili conseguenze su tutti i profili, proprio mentre si cominciava a respirare per il rallentamento dei contagi della pandemia di Coronavirus.
Anche il mondo dello sport guarda con preoccupazione all’escalation della tensione a livello internazionale dopo la decisione di Vladimir Putin di aprire il fuoco.
La prima, inevitabile conseguenza è stata la sospensione immediata del campionato nazionale da parte Federcalcio ucraina: “A causa dell’imposizione della legge marziale in Ucraina, il campionato ucraino è stato sospeso”, si legge nel brevissimo comunicato ufficiale diffuso dalla Federazione. La Premier League ucraina sarebbe dovuta riprendere proprio venerdì 25 febbraio dopo la lunga pausa invernale con la sfida tra Minaj e Zorya.
Ucraina bombardata, la testimonianza di De Zerbi
Il paese è quindi finito in un vero proprio incubo, dai contorni e dagli sviluppi ancora indefinibili. A confermarlo le parole degli sportivi italiani che in Ucraina lavorano, a partire dall’allenatore dello Shakhtar Donetsk Roberto De Zerbi.
L’ex tecnico del Sassuolo guida proprio la squadra di una delle città-simbolo del conflitto, capoluogo di una delle due regioni separatiste, appunto Donetsk e Luhansk, nel Donbass, delle quali Putin ha dichiarato l’indipendenza poche ore prima di aprire il fuoco:
“Ho aspettato a lungo che la federazione sospendesse il campionato, fin da quando è successo quel che é successo col Donbass – le parole di De Zerbi all’agenzia ‘Italpress’ – Però non mi sono mosso, perchè io sono qui per fare sport e non potevo girare le spalle al campionato, ai tifosi che ci seguono. Ho tredici ragazzi brasiliani, il mio staff, potevamo tornare a casa almeno fino a quando non ci fosse stata sicurezza, invece abbiamo aspettato. Stanotte ci hanno svegliato le esplosioni”.
La drammatica testimonianza del tecnico bresciano prosegue così: “Dalle finestre dell’hotel Opera abbiamo visto file di auto che si muovevano, credo che stiano andando in Polonia. L’Ambasciata italiana ci aveva sollecitato di andarcene ma non potevo, ripeto, io uomo di sport, girare le spalle al club, al calcio e andarmene cosí alla fine hanno chiuso lo spazio aereo e si sta qui, ma per il momento non credo ci siano rischi”.
Guerra in Ucraina, l’appello di Ruslana Malinovska
Altrettanto drammatico anche l’appello lanciato via social da Roksana Malinovska, moglie del centrocampista ucraino dell’Atalanta Ruslan Malinovskyi, che si è fatta portavoce della paura del proprio popolo attraverso una storia Instagram:
“Ragazzi, la mattina presto la Russia ha ufficialmente iniziato la guerra sull’intero territorio dell’Ucraina. Tutti gli oggetti strategici esplodono, le persone sono inorridite, in preda al panico. Tutti i confini sono attualmente chiusi. Le nostre famiglie con Ruslan in Ucraina. Piango e prego per il mio Paese, per il nostro popolo, per la mia casa. Le notizie russe non dicono la verità. Dicono che stanno proteggendo l’Oriente da noi! Questo è un crimine contro tutta l’umanità, come si può fermare questo orrore”.
Guerra in Ucraina, l’Uefa convoca Comitato Esecutivo: dubbi sui playoff Mondiali
In attesa di capire come evolverà la situazione anche le istituzioni calcistiche internazionali guardano con preoccupazione alla guerra appena scoppiata. Il presidente Uefa Aleksander Ceferin e quello della Fifa Gianni Infantino potrebbero infatti anche essere costretti ad assumere provvedimenti, non solo di natura disciplinare nei confronti della Russia e delle squadre ancora presenti nelle coppe europee, ovvero Zenit e Spartak Mosca in Europa League (non ci sono invece più squadre ucraine presenti nelle Eurocoppe), ma anche dal punto di vista pratico in vista degli ormai imminenti playoff di qualificazione al Mondiale 2022 in Qatar. Russia e Ucraina saranno infatti impegnate a marzo nelle sfide di spareggio in vista del Mondiale.
Lo stesso Ceferin ha convocato con urgenza una riunione straordinaria del Comitato Esecutivo, già per venerdì 25 febbraio: “A seguito dell’evoluzione della situazione tra Russia e Ucraina nelle ultime 24 ore, il presidente UEFA ha deciso di convocare una riunione straordinaria del Comitato Esecutivo per venerdì 25 febbraio alle ore 10:00 CET, al fine di valutare la situazione e prendere tutte le misure necessarie. Ulteriori comunicazioni saranno rilasciate dopo la riunione del Comitato Esecutivo UEFA” si legge nel comunicato.
Tra un mese esatto, il 24 marzo, si dovrebbe giocare Russia-Polonia a Mosca, sede anche della finale del “gironcino” tra la vincente e quella di Svezia-Repubblica Ceca. L’Ucraina invece sarà impegnata lo stesso giorno in Scozia e poi dovrebbe affrontare sempre in trasferta in caso di successo la vincente di Galles-Austria. Ad oggi sembra impossibile immaginare che la sqaudra del ct Petrakov, succeduto ad Andriy Shevchenko dopo Euro 2020, possa regolarmente scendere in campo, ma anche la disputa degli spareggi della Russia potrebbe essere messa a rischio e a tal proposito è arrivata immediata la presa di posizione della Federcalcio svedese.
“Crediamo sia quasi impensabile pensare di giocare una partita di calcio a Mosca tra poche settimane – ha dichiarato il presidente Nillsson – Dovremmo prenderci il nostro tempo e vedere quali azioni sono necessarie. Per il momento non vediamo l’ora che le armi vengano deposte e che torni a regnare la pace. È importante che le richieste provengano dall’Ucraina. Al momento hanno molto di più a cui pensare del calcio, ma un giorno arriverà un futuro e dobbiamo mostrare solidarietà ai nostri amici in giro per l’Europa”.