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I 21 giorni di Ramon Diaz: addio al Botafogo senza aver debuttato

L'ex attaccante dell'Inter è arrivato il 6 novembre, ma si è operato e ne avrà ancora per un po': "Il club non può più aspettare".

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I 21 giorni di Ramon Diaz: addio al Botafogo senza aver debuttato Fonte: Getty Images

L’arrivo, la presentazione e il rapidissimo addio. Il tutto in soli 21 giorni. È accaduto in Brasile a Ramon Diaz.

Il 6 novembre l’ex attaccante di Napoli. Avellino, Inter e Fiorentina era diventato ufficialmente il nuovo allenatore del Botafogo, ma appena ventuno giorni più tardi, il 27 novembre, è scattato l’esonero. Se non è un record, poco ci manca.

Diaz in Sudamerica è una sorta di istituzione della panchina grazie ai titoli conquistati alla guida del River Plate. Anche per questo il Botafogo aveva scelto di affidarsi a lui a inizio mese, nella speranza di ribaltare una situazione di classifica ai limiti del drammatico.

Il club di Rio de Janeiro, nella cui rosa compaiono nomi illustri del calcio europeo come Keisuke Honda e Solomon Kalou, è in piena lotta per non retrocedere in Serie B.

Per questo la dirigenza del Botafogo si era affidata a Diaz al posto di Bruno Lazaroni (figlio dell’ex viola Sebastião). Il quale aveva a sua volta sostituito Paulo Autuori, già campione nazionale nel 1995. A iniziare il 2020 era stato invece Alberto, ex terzino di Udinese e Siena.

Un caos arrivato al culmine oggi, quando il Botafogo ha annunciato l’esonero di Diaz e il ritorno di Eduardo Barroca, che lascia il Vitoria e torna in bianconero dopo aver già guidato le giovanili e, nel 2019, anche la prima squadra.

La motivazione? Un’operazione a cui l’argentino si è sottoposto in Paraguay pochi giorni dopo il suo arrivo, e che lo costringerà a rimanere lontano dai campi per qualche altra settimana.

“Purtroppo, in relazione al quadro clinico dell’allenatore argentino, che lascerà l’ospedale solo il 7 dicembre, il club ha deciso di non poter più aspettare – è il comunicato del Botafogo – Il Botafogo ha fiducia nel pieno recupero di Ramon Diaz e ringrazia lui e i suoi assistenti Emiliano Díaz, Osmar Ferreyra, Jorge Pidal, Damian Paz e Juan Nicolas Rommannazi per il periodo in cui hanno fatto parte del club”.

A guidare il Botafogo in assenza di Diaz è stato proprio il figlio Emiliano, che però le ha perse tutte: 4 partite di campionato, 4 sconfitte. Il padre Ramon, invece, non è mai riuscito a debuttare sulla panchina del Glorioso. E non lo farà mai.

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