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Il ciclismo piange Arnaldo Pambianco, il re del Giro d’Italia 1961

L’ex corridore di Bertinoro, capace in carriera di chiudere in top ten sia la Corsa Rosa che il Tour, era amatissimo nella sua Romagna.

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È un giorno triste per il mondo del ciclismo: nelle ore in cui sta andando in scena l’edizione 2022 della Grande Boucle, è deceduto infatti Arnaldo Pambianco.

Morte Pambianco, chi era il romagnolo

Molto amato nella sua Romagna, Pambianco si è spento all’età di 86 anni dopo aver recentemente perso la moglie Fabiola, donna assieme alla quale, nel corso degli anni, aveva cresciuto i figli Monica e Paolo.

Professionista dal 1958 al 1966, in carriera il nativo di Bertinoro era stato in grado di terminare tra i primi sette sia il Tour de France che la Corsa Rosa, piazzamenti di rilievo a cui aveva affiancato i successi alla Freccia del Brabante 1964, al Giro di Sardegna nel 1963 e alla Milano-Torino nel 1960.

Morte Pambianco, l’impresa al Giro 1961

Tra i risultati conseguiti da corridore però, spicca indubbiamente il successo al Giro d’Italia del 1961, vinto da lui senza aggiudicarsi nemmeno una tappa.

Nonostante ciò, Pambianco riuscì a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della Corsa Rosa prendendo la maglia rosa al termine della 14ª tappa e difendendola poi caparbiamente fino a Milano dagli assalti di campionissimi quali Anquetil, Gaul (alla fine 2° nella generale) e Van Looy: la sua tenacia, in quella circostanza, gli valse il trionfo della vita.

Morte Pambianco, l’annuncio di Cassani

Tra i primi a dare l’annuncio della scomparsa di “Gabanein” (il suo soprannome) è stato su Facebook l’ex c.t. della Nazionale Italiana di ciclismo Davide Cassani che, via social, ha rimarcato le straordinarie doti umane di Pambianco.

“Arnaldo è sempre stato uno dei miei idoli. Forse perché lo conoscevo da sempre forse perché ha vinto il Giro d’Italia nell’anno in cui sono nato, sicuramente perché era un romagnolo speciale” ha scritto sui social Cassani.

“Arnaldo Pambianco, nel silenzio e nel buio di questa notte, è salito in cielo. Sono triste perché Arnaldo era davvero una persona straordinaria, un marito che non è riuscito a sopportare e superare il dolore per la perdita della donna della sua vita: Fabiola, sua moglie. Sono triste perché “Gabanin” era davvero un grande uomo, un campione vero, un romagnolo unico. Riposa in pace Arnaldo”.

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