Marco Scarponi, che dopo la tragica scomparsa del fratello Michele ha creato una Fondazione per la sicurezza stradale, ha espresso la propria opinione su Facebook.
“Michele è morto perché questo Paese deve cambiare e lo deve a tutti i ragazzi vittime della violenza stradale e alle loro famiglie. Ma nessuno sente il dolore che nutre le nostre strade, tranne i familiari delle vittime. Forza Samuele” ha scritto, concludendo il suo messaggio con gli auguri al giovane Manfredi.
“Nei giorni scorsi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato la tragedia avvenuta nella discoteca di Corinaldo dicendo: ‘Non si può morire così’. Mentre uno dei nostri ragazzi a soli 18 anni lotta per la vita, lasciandoci con il fiato sospeso, riprendo le parole del capo dello Stato per ricordare che la violenza stradale è la causa maggiore di morte per i giovani sino a 30 anni – ha affermato martedì Cristian Salvato, presidente ACCPI -. Al funerale di Michele Scarponi le massime autorità del nostro paese e del mondo dello sport avevano promesso un intervento concreto perché tragedie del genere fossero ridotte al minimo e invece, a distanza di quasi due anni, nulla è cambiato. Anzi, la situazione se possibile è peggiorata”.
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