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Il Corriere boccia l'Inter, Sconcerti scarica Spalletti

L'opinionista di punta del Corriere graffia il tecnico interista

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Il Corriere boccia l'Inter, Sconcerti scarica Spalletti Fonte: Ansa

Gli ha fatto fare una brutta figura e ora il Corriere della Sera ce l’ha con l’Inter. Prima dell’inizio del campionato il quotidiano milanese aveva collocato – come altre autorevoli testate nazionali, peraltro – i nerazzurri alla pari della Juventus, grazie alla sontuosa campagna di rafforzamento estiva. Dopo 17 giornate, però, i conti non tornano. Bianconeri e nerazzurri non sono alla pari, ci sono 16 punti di differenza tra le due squadre. E in Champions la Juve è andata avanti, mentre l’Inter ha buttato una qualificazione che a un certo punto sembrava davvero in cassaforte.

Critiche spietate – Dopo il bruciante pareggio col Chievo, sulle pagine del Corriere si leggono critiche aspre e imperiose: “Non c’è nulla di sbagliato o di difficile comprensione nel pareggio dell’Inter con il Chievo, è piuttosto il perfetto riassunto di una squadra con limiti strutturali, da cui ci si attende un salto che non le è possibile compiere per la mancanza di due fattori: qualità e carattere. I nerazzurri sono sopravvalutati e il loro specchio riflette quel che valgono davvero, il terzo posto in classifica”. Spesso l’Inter sembra accontentarsi di gestire vantaggi, cosa che poi non riesce a fare: “Con un atteggiamento così non si va lontano e, non a caso, nelle ultime nove partite sono arrivati solo due successi, conditi dall’eliminazione in Champions”. Quindi la chiosa finale: “Nessuna beffa, molta logica. L’occasione gettata è solo la conferma di un’Inter sempre uguale a se stessa: un’eterna illusione”.

Tecnico sulla graticola – Ma di chi è la colpa? Per Mario Sconcerti, opinionista di punta del Corriere, le responsabilità principali sono dell’allenatore: “Personalmente ho stimato molto Spalletti e ancora resto vicino a quella idea, ma comincio a pensare anche ai suoi limiti. Non è un ragazzo, ha 60 anni. Allena da più di 20 e ha vinto solo una volta in Russia. Ad alti livelli l’allenatore deve essere o un fratello o un riferimento duro, coerente anche con i propri errori. Dopo tante stagioni, dopo queste 55 partite all’Inter, Spalletti non mi sembra più né l’uno né l’altro. Troppe sostituzioni discusse, troppi miglioramenti mai nati, troppe scelte di mercato non suggerite, anzi perse o subìte. Un tecnico così è molto rischioso perché porta con sé una fiducia che poche volte ripaga. Non lo manderesti mai via a cuor leggero ma non sei mai davvero convinto sia il migliore. È un bicchiere mezzo pieno, la cosa peggiore nel calcio. Ora si può però almeno dire quello che Spalletti non è: una differenza”. Quindi una riflessione graffiante: “Perde netto nei confronti di Allegri e Ancelotti, dà meno di loro nello spingere e costruire giocatori. Non inventa, organizza, mentre gli altri restano spesso nuovi anche dopo gli anni”.

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