Al Corriere della Sera, il ct del ciclismo azzurro Daniele Bennati ha voluto svelare il suo obiettivo principale: “A me è stato chiesto di dirigere la Nazionale dei professionisti. Non sarò un duplicato di Davide Cassani, che pure ammiro, mi terrò in contatto con gli altri c.t. ma mi limiterò a guidare i ragazzi a caccia di un titolo mondiale che ci manca da 14 anni. Perché da così tanto? Per un pizzico di sfortuna, perché il livello del ciclismo internazionale è altissimo ma anche per carenza di fuoriclasse nostrani. Però attenzione: nelle prossime due edizioni, tra Australia e Scozia, ci saranno due percorsi da velocisti resistenti adatti a gente come Colbrelli e Trentin. Potrebbe essere l’occasione”.
Bennati prenderà spunto dal lavoro di Cassani: “Vorrei portare avanti il suo progetto di team Nazionale che partecipa anche alle corse minori e non solo a Mondiali, Europei e Olimpiadi. Non sarà facilissimo perché la struttura del calendario è cambiata e i team Continental faranno fatica a prestarci gli atleti. Ma ci proverò. Cosa innoverò? Non userò le corse per convocare decine di corridori e metterli alla prova per trovare la formula giusta: la maglia azzurra va meritata anche nelle corse minori”.
Infine una chiusura su Alex Zanardi. Bennati era al fianco del campione nel tragico incidente in hand bike a Siena: “Non voglio ricordare quei momenti terribili, ma quello che Alex mi disse pochi minuti prima del via di quella tappa: Benna, questo è uno dei giorni più belli della mia vita. Sapere che è finalmente a casa e sta recuperando è una gioia immensa”.