Il Milan di Stefano Pioli vola in campionato e il partito di chi sostiene il tecnico emiliano prende quota. La maggior parte dei tifosi rossoneri si è schierata per una sua permanenza in panchina, ma ormai i giochi sono fatti: da tempo Elliott ha deciso di affidarsi a Ralf Rangnick, che a Milano ricoprirà sia il ruolo di allenatore, sia quello di responsabile dell’area sportiva.
Il contratto triennale è chiuso da tempo e non è pensabile una coabitazione con Pioli: lo stesso allenatore rossonero, riporta la Gazzetta dello Sport, è contrario a una permanenza con Rangnick come ds, perché dovrebbe adattarsi a una filosofia che non è la sua.
Da più parti nel mondo rossonero arrivano voci a sostegno di Pioli: tanti giocatori hanno sottolineato l’importanza del mister nell’esplosione della squadra, che dalla ripresa del campionato non ha perso un colpo con 8 risultati utili consecutivi, 20 su 24 punti disponibili.
Un grande ex come Arrigo Sacchi lo ha elogiato così sulla Gazzetta dello Sport: “Conosco Stefano da tempo, l’ho sempre stimato come un’ottima persona, lo pensavo un tecnico bravo ma non moderno. Oggi non solo possiede valori professionali e umani di altissimo livello, mi sta stupendo per i miglioramenti che è riuscito a ottenere in pochi mesi dai propri giocatori e per le idee che hanno permesso questa trasformazione. Stefano è il grande protagonista di questa identità di gioco che certifica la crescita sua e dei suoi giocatori”.
L’ex dirigente Ariedo Braida consiglia al Milan di tenere Pioli e di tornare sui suoi passi: “Io terrei Pioli, perché conosce il nostro calcio. Rangnick dovrebbe invece pagare un periodo di apprendistato, prendere ora un allenatore straniero che non conosce il nostro campionato è un rischio“.
Quella di Braida è un’opinione diffusa tra i tifosi rossoneri, che sui social si fanno sentire: “Pioli sta facendo molto bene. Comunque Rangnick è un allenatore importante, ha fatto cose molto buone, conosco persone in Germania che mi hanno parlato bene di lui: è uno che si muove, una settimana fa era in Svizzera a guardare una partita, ha una visione avveniristica del calcio”.
Convivenza difficile: “Non lo farei, sono due persone forti e non creerei contrapposizioni, perché se le cose vanno bene ok, ma se non vanno la colpa sarebbe dell’allenatore”.