C’è stato un tempo in cui il basket jugoslavo dominava nel mondo più di quanto abbia saputo fare nel recente passato (e viviamo nell’era di Nikola Jokic e Luka Doncic). E molto del merito era certamente da attribuire a Drazen Dalipagic, una sorta di totem della pallacanestro slava, scomparso oggi a soli 73 anni dopo una lunga malattia. Per chi ha qualche annetto di più sulle spalle, un mito nel vero senso della parola: è stato il giocatore che ha riscritto la storia della pallacanestro nei Balcani, portandola a un livello che nessuno aveva mai ammirato prima. E che la storia l’ha fatta anche nelle sue sette stagioni italiane.
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La serata dei 70 punti, i trionfi con la Jugoslavia
C’è un record che più di tutti rende Dalipagic un’icona del campionato italiano: i 70 punti realizzati nella partita tra la sua Giomo Venezia e la Dietor Virtus Bologna del 25 gennaio 1987 (guarda a caso 38 anni fa esatti), avvicinato soltanto dai 66 del brasiliano Oscar Schmidt nella sfida tra Pavia-Torino del 1992 (un anno dopo ne segnò 61 in un Caserta-Pavia).
Con 7.993 punti realizzati in 241 gare, il nativo di Mostar è ancora oggi al 19esimo posto nella classifica dei migliori marcatori della storia del massimo campionato italiano di basket (33.2 di media a partita). Ma se si vogliono raccontare i grandi trionfi del “baffo di Mostar” (così soprannominato proprio perché era solito portare un bel baffo che faceva molto anni ’80) si potrebbero prendere come riferimento i 3.700 punti segnati con la maglia della nazionale jugoslava, record tutt’ora imbattuto.
Oltre a ricordare il mondiale vinto nelle Filippine nel 1978 e l’oro olimpico di Mosca 1980 (battendo in finale l’Italia di Sandro Gamba), gli allori più preziosi di una bacheca che contiene anche un argento olimpico (Montreal 1976), un argento iridato (Porto Rico 1974) e tre vittorie nei campionati Europei (1973, 1975, 1977).
La carriera: icona Partizan, le 7 stagioni italiane
In Italia Dalipagic ha vissuto una fase della sua carriera già matura, essendo sbarcato a Venezia nel 1980 e poi tornando in Laguna dal 1985 al 1988. In mezzo anche un paio di stagioni a Udine e per chiudere una Verona, tutte piazze abbastanza vicine a quella terra di Jugoslavia dove s’era fatto conoscere al grande pubblico, militando per 10 stagioni nel Partizan di Belgrado, col quale vinse una Coppa Korac nel 1972 per poi tornare per una stagione nel 1981-82, anno nel quale chiuse con oltre 42 punti di media a partita.
In carriera “Praja” (altro soprannome) ha vestito anche le maglie di Real Madrid e sul finire della Stella Rossa, allenando poi per qualche stagione a Gorizia. Nel 2004 è stato introdotto nella Hall of Fame del basket di Springfield, nella Massachusetts. La Reyer Venezia lo ha ricordato con un messaggio postato sui propri canali social, mentre la FIP ha disposto un minuto di silenzio su tutti i campi nella prossima giornata per ricordarne la memoria.