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Inchiesta Juventus, ora si ribellano i tifosi: possibile la class-action

La recente sentenza che ha stangato la Juventus continua a suscitare la rabbia e la frustrazione dei tifosi, a tal punto che si sta facendo strada l'ipotesi class action

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Luca Santoro

Luca Santoro

Giornalista

Esperto di Motorsport ma, più in generale, appassionato di tutto ciò che sia Sport, anche senza il Motor. Dà il meglio di sé quando la strada fa largo alle due o alle quattro ruote

I fatti dell’inchiesta Prisma che sta coinvolgendo la Juventus e la pesante sentenza della Corte Federale d’Appello con i suoi effetti a livello sportivo hanno disorientato e colto in contropiede i tifosi bianconeri, che dopo l’iniziale sbigottimento stanno vivendo uno stato d’animo di crescente frustrazione e rabbia, tale da suggerire loro di passare alle vie (legali) di fatto.

L’ipotesi della class action contro la FIGC

Ci riferiamo all’ipotesi di class action lanciata da Tuttosport e che sta circolando nei media in queste ore. Il quotidiano titola oggi in prima pagina e a caratteri cubitali “Popolo Juve, cresce la rivolta”, riferendosi ai citati effetti della penalizzazione di ben 15 punti nella classifica di campionato, una stangata che ha preso alla sprovvista non solo il club ma persino i detrattori della realtà bianconera, e con altri scenari foschi che si profilano all’orizzonte

Proprio contro questa sentenza si parla stamane di “decine di migliaia di tifosi” che si stanno organizzando contro la decisione della corte federale: in questi giorni sui social la vibrante protesta della piazza juventina era stata poi indirizzata contro la piattaforme che trasmettono in esclusiva il campionato (una reazione esageratamente istintiva e senza un nesso specifico, va detto), ma ora si punta direttamente alla FIGC.

L’idea che circola è una class action contro la Federazione (l’edizione odierna di Tuttosport ha tirato fuori un documento del 2007 in cui l’ex presidente Giancarlo Abete, rispondendo al procuratore Beppe Bonetto, riconosceva la necessità di normare la questione delle plusvalenze) ed anche Coni, anche se per ora si parla di una ipotesi che alleggia nell’aria. Un “armiamoci e partite” che al momento resta sulla carta: l’azione collettiva è uno strumento legale che in Italia non è usato spessissimo. Per ora l’unica class action aperta è quella del Codacons, alla fine dello scorso anno e dopo la chiusura dell’inchiesta Prisma, però nei confronti della società mettendo a disposizione di tifosi ed interessati la nomina di parte lesa.

I tifosi discutono dell’ipotesi sui social: il parere dell’avvocato penalista

L’opportunità di una azione collettiva resta quindi una ipotesi da social, per ora. “Ma esiste la possibilità di una ‘class action’ dei tifosi contro la FIGC? È mai possibile che, posto che le plusvalenze le fanno tutti, venga indagata e perseguita solo la Juve? Io sono veramente scioccato. Francamente anche schifato”, scrisse qualche giorno fa un utente su Twitter. Più recentemente, un altro tifoso ha appuntato: “Non so se queste iniziative possano davvero portare a qualcosa ma, davvero, in questi giorni mi sto quasi commuovendo”. Gli fa eco un commentatore: “Beh diciamo che su quasi 9 milioni di tifosi (solo in Italia) ci muoviamo, una roba abbastanza grossa esce. Non dico tutti e 9 eh, però…”.

Sempre su Tuttosport di oggi viene riportata una intervista a Cataldo Intrieri, avvocato penalista e di fede milanista che però ha esposto dei dubbi sulla sentenza piovuta sul capo della Juve. Le sue parole potrebbero riscaldare ulteriormente gli animi dei tifosi che ragionano sulle contromisure legali da intraprendere: “Se vengono lesi i diritti fondamentali, anche i tesserati possono rivolgersi al giudice ordinario per chiedere i danni. Io – sostiene l’avvocato – sono convinto che se dovesse essere confermata questa sentenza probabilmente la Juventus perseguirebbe questa strada e si rivolgerebbe al Tar per essere risarcita del danno. Se un domani il giudice ordinario italiano o la Corte di Giustizia Europea dovessero sanzionare la FIGC per una danno arrecato, beh, questo segnerebbe la perdita di credibilità della Giustizia Sportiva”.

E sulla class action, Intrieri ha aggiunto: “È interessante da pensare. Altro non immagino che possa accadere: non c’è una modalità di intervento del tifoso nel procedimento penale o sportivo. Ma appunto si può pensare, in un futuro, alla possibilità di una class action di tifosi che si ritengono danneggiati da un provvedimento disciplinare iniquo e chiedono il risarcimento dei danni lamentando e portando le prove. Potrebbe essere un ulteriore sviluppo di questa vicenda”.

Cos’è la class action

Ricordiamo che la class action, come riporta il sito del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ” è un’azione a ‘tutela dei diritti individuali omogenei e interessi collettivi dei consumatori e degli utenti’, esercitabile per l’accertamento della responsabilità e per la condanna al risarcimento del danno e alle restituzioni, derivanti da danni o inadempienze contrattuali, legati al consumo. La Class-action, consente ai consumatori o utenti che hanno subito […] comportamenti commerciali scorretti o contrari alle norme sulla concorrenza, di unire le proprie forze per ottenere il risarcimento, in ipotesi in cui il ricorso al giudice sarebbe troppo oneroso per un singolo individuo”.

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