L’intricata vicenda che sta travolgendo la Juventus riserva una nuova svolta, in cui entra in gioco la giustizia amministrativa tramite il TAR del Lazio, con l’accoglimento di un ricorso da parte dei legali dell’ex dirigente Fabio Paratici e dell’attuale coordinatore sportivo Federico Cherubini: la vicenda riguarda una nota che potrebbe essere molto importante.
- Che cos'è la nota che segna una prima svolta per la Juventus nell'inchiesta plusvalenze
- Perché il TAR ha dato ragione alla Juve
- A cosa punta la difesa della Juventus
Che cos’è la nota che segna una prima svolta per la Juventus nell’inchiesta plusvalenze
Si tratta di un documento citato anche nel ricorso del club al Collegio di Garanzia del CONI, per la precisione la nota 10940 del 14 aprile 2021 riguardante una comunicazione tra la Covisoc ed il procuratore federale Chiné: all’interno di essa quest’ultimo avrebbe fornito all’organo di vigilanza (che ne aveva fatto richiesta) dei chiarimenti interpretativi concernenti le plusvalenze, all’origine dei patimenti attuali della Juventus. A quanto la Covisoc stessa aveva segnalato alla procura federale dei dubbi sui criteri oggettivi in merito alla compravendita dei calciatori, detto brutalmente. In maniera più tecnica, la difficoltà ad “apprezzare quali siano i criteri a cui si sono attenuti i contraenti allo scopo di pattuire il relativo prezzo.”
La procura aveva quindi fornito all’organo di vigilanza delle “indicazioni interpretative” in merito, con la redazione della lettera “con la quale la Commissione ha proceduto a una segnalazione in ordine alla valutazione degli effetti della cessione dei calciatori sui bilanci di alcune società professionistiche ai fini dell’iscrizione ai rispettivi campionati”.
Perché il TAR ha dato ragione alla Juve
Secondo il TAR, che si è espresso in merito oggi, questa famosa lettera rappresenta un “contenuto provvedimentale almeno implicito”, come riporta Gazzetta.it, ovvero si riferisce a situazioni concrete (a differenza degli atti normativi, che hanno valore giuridico): secondo le difese della Juve sono stati violati i tempi procedurali da parte dell’inchiesta della procura federale, con la FIGC che considerava il carteggio un atto invece “pre-provvedimentale”, ad uso interno e quindi non necessariamente acquisibile da parte degli avvocati.
A cosa punta la difesa della Juventus
In sostanza la Juve sta cercando di dimostrare una violazione nelle procedure, facendo così in modo che la Covisoc consegni agli avvocati della difesa la lettera (entro un termine massimo di sette giorni). È una prima vittoria per il club bianconero nell’ambito del processo che ha poi portato dal punto di vista sportivo la pesante penalizzazione di 15 punti nella classifica del campionato, che potrà così visionare questa carta utilizzata nelle proprie indagini dal procuratore Chiné.
La difesa della Juventus mira in particolare a mettere in luce un aspetto da loro giudicato dubbio, ovvero se la procura abbia avuto modo di confrontarsi con la Covisoc riguardo procedimenti aperti diversi mesi dopo (ad ottobre), e se così fosse stato perché tutto ciò è avvenuto. Da qui il sospetto di termini violati, perché secondo i legali del club il procedimento riguardante le plusvalenze sarebbe partito il 21 aprile 2021 e, a norma dei tempi che sono previsti dall’iter processuale, gli atti successivi al 14 luglio 2021 non possono essere utilizzati, vanificando tutta l’azione disciplinare. Insomma, la Juve ha trovato una sospetta falla nella tempistica della procura federale che potrebbe (il condizionale è d’obbligo) demolire il resto del percorso processuale a cui è sottoposta.