I tifosi nerazzurri possono essere soddisfatti del mercato fatto dalla società ma c’è ancora una grana irrisolta in casa Inter, ovvero quella relativa a Mauro Icardi. Il centravanti argentino non rientra nei piani del nuovo allenatore Antonio Conte, ma a differenza di Radja Nainggolan non ha accettato le possibilità di cessione che finora gli si erano aperte rimanendo alla Pinetina. In questi giorni è trapelata la possibilità di una causa sportiva fra il calciatore e la società per mobbing che renderebbe ancora più spinoso il tutto.
Grassani fa chiarezza – Del resto con l’arrivo di Sanchez è chiaro che di spazio per Icardi proprio non ce n’è, ma se non giocasse mai quali scenari si aprirebbero? L’avvocato esperto di materia sportiva Mattia Grassani ha spiegato: “Per ricorrere al Collegio Arbitrale invocando demansionamento e sottoutilizzazione sportiva, con risoluzione del contratto e risarcimento del danno, occorrono elementi di prova concreti, reiterati nel tempo e inoppugnabili. Il quadro sarà molto più chiaro dopo la chiusura del mercato”.
Il regolamento Fifa – Del resto il regolamento della Fifa all’articolo 15 parla chiarissimo. Prevede infatti che un calciatore “affermato” può liberarsi a parametro 0, e quindi rescindere unilateralmente dal proprio contratto, se non dovesse giocare almeno il 10% delle partite ufficiali in una determinata stagione. Se le tre condizioni sono tutte e tre presenti, il giudizio implica anche un approfondimento molto attento di tutte le circostanze rilevanti che abbiano caratterizzato il rapporto tra calciatore e società.
