Paolo Bonolis è un appassionato di calcio oltre che naturalmente un grande tifoso dell’Inter. Quando ha l’opportunità di parlare della sua squadra del cuore, il noto presentatore televisivo non si tira mai indietro. Ecco perché ha già voluto dire la sua sul bilancio – naturalmente parziale – di questo avvio di stagione dei nerazzurri ai microfoni di SportPaper.it. “Il calcio non è come giocare alla playstation“, sentenzia lo showman.
- Bilancio inferiore alle aspettative
- Calhanoglu pedina fondamentale
- La difesa di Lautaro, soldato stanco
Bilancio inferiore alle aspettative
In passato Paolo Bonolis non ha fatto mancare delle frecciatine nei confronti della Juventus, attirandosi le antipatie dei tifosi bianconeri. Stavolta, però, il presentatore televisivo si concentra sulla sua Inter parlando dei problemi attuali della squadra di Inzaghi: “Il bilancio non è come erano le aspettative, ma, evidentemente, per le condizioni della squadra, per alcuni calciatori che hanno giocato tanto nella passata stagione e hanno cominciato tardi la preparazione, arrivati a spizzichi e bocconi, chi prima chi dopo, ci può stare“.
Calhanoglu pedina fondamentale
Il derby perso è ancora argomento di strettissima attualità. Dopo i complimenti a Fonseca, Bonolis si concentra sui difetti mostrati dalla sua squadra: “Un paio di giocatori dell’Inter non erano in condizione. Ho notato che il cambio Hakan Calhanoglu-Kristjan Asllani non porta i benefici di altri cambi. Calha è il migliore in Europa nel suo ruolo, tratta il pallone che è una grazia, recupera e gioca in profondità; Asllani, invece, deve uscire da una dimensione di timidezza che lo porta a toccare il pallone solo tre o quattro volte e giocare in orizzontale“.
La difesa di Lautaro, soldato stanco
Infine, altro tema caldo è un Lautaro Martinez che si è inceppato e che finora è rimasto ancora a secco di gol. Bonolis, però, difende il suo attaccante: “Lautaro ha fatto campionato, Copa America, è rientrato prima dalle vacanze, e ha subito un lieve infortunio durante la preparazione. Non è come giocare a FIFA. Sono persone che hanno una famiglia, dei figli, una vita, non è sempre facilissimo avere tutto quello che si vuole al 100%, ci sono dei momenti di maggiore difficoltà. L’importante è che la professionalità del giocatore, mai messa in discussione, lo porti a recuperare quel terreno perduto“.