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Internazionali Roma, Sinner non cancella i dubbi sull’infortunio e parla di Roland Garros a rischio

Rivelata la scelta che lo ha portato a rinunciare agli Internazionali. “Decisione difficile non giocare qui. Tornerò in campo solo se sarò al 100%"

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

Ieri il giorno del doloroso annuncio, oggi quello delle spiegazioni. Jannik Sinner arriva a Roma ma lo fa in “borghese”, non da giocatore che si esibirà agli Internazionali ma come simbolo di un movimento, quello del tennis italiano, che sperava fortemente in lui per provare a riportare in Italia un trofeo che manca dal 1976 quando a far esultare il pubblico della Capitale fu l’idolo di casa Adriano Panatta.

Sinner: “Non la vedo come una sconfitta”

Jannik Sinner rivela come si è sentito nel corso del torneo di Madrid: “Prima del torneo stavo meglio, c’erano dei giorni in cui lo sentivo di più e altri in cui andava meglio. Contro Kotov l’ho sentito più forte, prima della gara contro Khachanov andava meglio. Ma sentivo che c’era qualcosa che non andava. Dopo la risonanza ci siamo resi conto che c’era qualcosa che non era a posto al 100%. A Monaco abbiamo fatto altri esami. E abbiamo preso questa decisione non facile. Roma è il torneo più speciale, fa male ma dobbiamo accettarla. Speriamo di rigiocare altri 12-15 anni qua a Roma”.

Per l’altoatesino la rinuncia a Roma è una delusione ma non una sconfitta. “La stagione è stata positiva, certi infortuni si possono prevenire altri no. Finora abbiamo fatto un grande lavoro, credo che possiamo imparare da queste cose e andare avanti. A Montecarlo il corpo stavo bene anche se un po’ stanco. Anche l’anno prossimo sarà una questione di gestire ancora meglio la situazione, quindi se fare o meno Montecarlo. Non si può essere sempre. A me piace giocare quindi giocherei tutti i tornei. Non la vedo come una sconfitta”.

La preparazione verso il Roland Garros

Ancora un po’ di cose da delineare prima di capire cosa succederà. L’attenzione si sposta inevitabilmente sul Roland Garros che sembra però a rischio. “Adesso ci sarà un periodo senza giocare, dobbiamo vedere dalla prossima settimana in poi come lavorare su questo infortunio. Dobbiamo ancora decidere alcune cose, la preparazione per Parigi non sarà ottimale perché siamo abbastanza stretti. Ma io e il mio team daremo il massimo con una percentuale più alta possibile per competere. Non sarà semplice senza aver giocato qua a Roma. In questo momento a questa domanda nessuno sa rispondere. A Parigi giocherò solo se al 100%, non voglio mettere a rischio 2 o 3 anni di carriera”. L’azzurro non è voluto entrare nello specifico del suo infortunio, preferendo glissare su quello che è emerso dalle analisi.

Poi la rivelazione: “Era Roma l’appuntamento clou della stagione, ma spero di avere la possibilità di giocare a Torino. Le partite che posso giocare in Italia sono speciali. Questo era un torneo importante anche dal punto di vista dei punti. Ma questo è secondario. Ora l’obiettivo è di andare a Torino”.

Binaghi: “La telefonata di Jannik è stata una coltellata”.

A prendere la parola per primo è il presidente della Federtennis, Angelo Binaghi che non nasconde la sua delusione: “Grazie a Jannik per essere venuto qui, rende onore a questa manifestazione, credo che con uno sport come il nostro. La Federazione che rappresenta tutti i volontari che porta avanti questo sport, debba essere vicino ai campioni nei momenti di difficoltà. Troppo facile farlo solo quando si vincono gli Australian Open”.

Il numero uno federale per prova anche a guardare avanti: “Questo è un momento di difficoltà, la telefonata di ieri è stata una coltellata perché ero convinto che fosse scampato il pericolo. Sembrava che tutto fosse rientrato, non avevo il coraggio di richiamarlo. Poi ho preso il coraggio ed era come pensavo. Doveva essere la sua festa. Era la prima volta che un giocatore italiano sarebbe stato il vero favorito di questo torneo ma credo che la scelta sia stata giusta. Merito del suo staff di assoluto livello, l’obiettivo suo sia a media termine. Noi siamo fiduciosi. Ce lo ha insegnato lui che dalle difficoltà si deve imparare e trovare le forze per ripartire più forti di prima”.

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