Dopo un anno di ambientamento dove, nonostante il lavoro e i sacrifici fatti, non è riuscito mai a dare un qualche segnale incoraggiante, da Chris Froome nel 2022 ci si attende un netto passo in avanti.
È questo ciò che Rik Verbrugghe e tutta l’Israel Start-Up Nation si aspetta dal quattro volte re del Tour de France, un uomo le cui potenzialità sono ancora considerate assolutamente funzionali al progetto della squadra.
“Per il prossimo anno l’obiettivo è di entrare nella top 5 dei team. Quattro posti sono già assegnati: Ineos, UAE, Jumbo e Quickstep, ma dietro di loro ci sono dieci team che possono prendere la quinta posizione. Per ottenere questo obiettivo, abbiamo bisogno di risultati. Per il prossimo anno abbiamo bisogno e vogliamo vedere risultati da Chris. Può essere in una corsa minore, ma speriamo sia in una importante, o ancor meglio nella più importante di tutte. Ma anche una corsa minore sarebbe un buon inizio, il primo passo verso la giusta direzione” ha affermato il direttore sportivo belga ai microfoni di Cyclingweekly.
“È vero che non è il Chris Froome del Team Sky. Lui è in un processo di crescita, ma è anche vero che il team vuole essere protagonista in tutte le gare: corse di un giorno, corse a tappe di una settimana, e nei GT non abbiamo un capitano ma possiamo puntare alle tappe”.
Il piano, dunque, è quello di recuperare, se non totalmente almeno in parte, il Froome di un tempo, quello capace di fare la differenza su diversi tipi di terreni e portare a casa numerose vittorie di prestigio. Per rivedere anche un barlume di quel fenomenale corridore, in casa Israel Start-Up Nation, pur rimanendo abbottonati sul programma, sanno già come agire nei prossimi mesi.
“Non posso spiegare tutta la strategia che abbiamo in mente per lui, ma è come una ragnatela di obiettivi a breve termine, se ne raggiunge uno, poi si aprono altre prospettive. Ma se non raggiunge l’obiettivo, allora dobbiamo fare un passaggio alternativo” ha rivelato Verbrugghe.
“Non è previsto che vada al Tour, a meno che non riesca a passare attraverso tutte le fasi di cui ha bisogno. Se dovesse accadere, allora avremo un Chris competitivo al via del Tour, ma non è una garanzia. […] A seconda della sua evoluzione, può migliorare e essere più ambizioso in corsa. Abbiamo visto dei progressi una volta che si è liberato del parassita dopo il Tour, ma non abbiamo avuto abbastanza tempo. Il prossimo anno dovremmo averlo” ha chiosato speranzoso il classe 1985.