Quella che lo attente questa sera al Manuzzi di Cesena contro l’Italia nella seconda giornata di Nations League non sarà una gara come le altre per il ct della Nazionale ungherese, Marco Rossi, italiano di Druento alle porte di Torino, che dal 2018 è alla guida della selezione magiara. Per lui, allenatore masticato e dimenticato dal calcio italico, si tratta dell’occasione per dimostrare (ancora una volta) il valore delle sue idee, il lavoro e la grande capacità di non arrendersi davanti a nulla, anche a costo di vedere ribaltata la propria vita.
- Marco Rossi, la carriera e la caduta
- Marco Rossi, la nuova vita in Ungheria
- Italia-Ungheria è la partita di Marco Rossi
- L'onore dell'Italia per Rossi
Marco Rossi, la carriera e la caduta
Sì, perché dal grande girovagare come centrale di difesa, con un passaggio anche in Messico, nell’América e all’Eintracht di Francoforte, dopo aver respirato e vissuto per anni il calcio delle serie minori, dalla B alla Seconda divisione, fino alla promozione A con il Brescia e la Coppa Italia con la Sampdoria proprio insieme a Roberto Mancini, il calcio ha mostrato a Rossi il suo volto meno pulito e, a suo dire, “schifoso”, con la necessità di pagare per poter allenare in Serie C, il rischio di depressione e la prospettiva di andare a lavorare nello studio da commercialista del fratello per portare a casa uno stipendio.
Marco Rossi, la nuova vita in Ungheria
A “salvarlo” e a tenerlo nel mondo del calcio, ci ha pensato l’Ungheria, che prima lo ha accolto come allenatore dell’Honvéd, con cui ha conquistato uno storico campionato a 24 anni dall’ultimo successo, e, poi, gli affidato le chiavi della sua Nazionale maggiore, con tanto di impresa per la qualificazione a Euro 2020, impreziosita dai pareggi prestigiosi con Francia e Germania e un passaggio del turno mancato di un soffio nonostante la presenza nel girone della morte con transalpini, teutonici e il Portogallo di Cristiano Ronaldo.
Italia-Ungheria è la partita di Marco Rossi
Oggi, dopo aver superato l’Inghilterra nella gara di esordio della Nations League e rifiutato un’offerta dalla Premier League per amore della “sua” Ungheria, Rossi si prepara a vivere un tuffo nel passato, sfidando l’ex compagno di squadra e amico, Roberto Mancini in un match che i magiari non vogliono assolutamente sbagliare. Una gara dal grande valore a livello personale e, certamente, carica di emozioni, per un tecnico che non cerca certo rivincite, ma a cui il nostro calcio deve quantomeno applaudire e chiedere scusa.
L’onore dell’Italia per Rossi
Proprio come fatto nel 2018, con il premio Panchina d’Oro speciale assegnatoli a Coverciano dalla FIGC per il successo in campionato con Honvéd, questa sera per la Nazionale di Roberto Mancini sarà un onore sfidare la squadra guidata da Rossi. E, tra qualche giorno, tutta l’Italia sarà probabilmente davanti allo schermo a tifare per Simone Rossi, figlio di Marco, che da difensore dell’Ortigia di Siracura, potrebbe essere convocato nel Settebello per difendere i colori azzurri ai Mondiali di pallanuoto che dal prossimo 18 giugno si terranno (guarda caso) a Budapest, Ungheria.